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RAZZISMO: INSULTA MAROCCHINA, CONDANNATA A SETTE MESI

(ANSA) – TORINO, 21 NOV – Gli insulti razzisti si pagano con sette mesi di carcere senza condizionale. Lo ha deciso il tribunale di Torino nel condannare una donna colpevole di ingiurie ai danni una signora di origine marocchina. "Arabi di m … tornate nel vostro paese", oppure "se la legge non riesce a buttarti fuori ci penserà mio figlio che è più razzista di me", sono alcune delle frasi che Maria Paola C., 57 anni, rivolse all’immigrata in un paio di occasioni, arricchendo il messaggio con il saluto nazista. Il giudice Federica Gallone non ha concesso all’imputata la sospensione della pena: l’avvocato difensore, dunque, dovrà ricorrere subito in appello per evitare che la sua assistita finisca in cella o ai servizi sociali. E Maria Paola, che ha sempre detto di aver manifestato il suo pensiero, la commenta così: "E’ una sentenza assurda, siamo proprio in Italia". Il teatro dello scontro fu, verso la fine del 2005, un minimarket in piazza Savoia, nel cuore storico della vecchia Torino. La marocchina, che vive in Piemonte da dieci anni e che é sposata con un italiano, presentò una denuncia dopo il secondo episodio, ottenendo il rinvio a giudizio di Maria Paola C. per ingiurie e minacce aggravate dall’istigazione all’odio razziale. Al processo la donna non si è presentata. Nel corso delle indagini si era giustificata spiegando di essersi espressa al massimo in una forma un po’ vivace perché provocata e insultata dalla "straniera". La testimonianza del gestore del minimarket, però, ha dato credito al racconto della parte lesa, imprimendo una forma precisa alla "provocazione": la marocchina lo aveva salutato in arabo, e lui, invece di adoperare l’italiano, aveva risposto nella stessa lingua. Il pm Ferdinando Brizzi, per corroborare le accuse, in aula ha citato le interviste rese dall’imputata ai giornali alcune settimane fa, all’inizio del dibattimento "Quando leggeremo le motivazioni – afferma l’avvocato difensore, Fabrizio Bernardi – sapremo perché manca la condizionale. La mia cliente è incensurata, gli episodi sono occasionali e l’aggravante del razzismo (che non fa scattare l’indulto – ndr) non c’é, visto che si tratta di un battibecco senza intenti discriminatori". L’immigrata ha ottenuto un risarcimento di tremila euro. (ANSA) (mauro.barletta@ansa.it)

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