Il ministro del Welfare: "Medici liberi di scegliere. Polemiche strumentali"
Treviso – 17 febbraio 2009 – La denuncia dei clandestini che si curano negli ospedali “è una facoltà, non un obbligo”. Le polemiche scatenate dal ddl sicurezza sarebbero quindi “strumentali”.
Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a margine di un incontro tenutosi sabato scorso a Treviso. A chi gli chiedeva conto delle proteste del mondo della sanità per la norma che elimina ildivieto di segnalazione, il ministro ha risposto che "non c’è nessuna rivolta, ci sono alcuni medici politicizzati che hanno organizzato una protesta che francamente non ha senso”.
”Fino al 1998 – ha ricordato Sacconi – c’era un obbligo di denuncia, poi intervenne, per volontà dell’allora ministro Bindi, il divieto. Adesso c’e’ solo una facoltà. C’e’ stata una campagna incredibilmente strumentale, a questo proposito”.
La norma del ddl sicurezza all’esame della Camera, ha puntualizzato il ministro del Welfare, “consente la facoltà che il medico decida in scienza e coscienza: per esempio, se individua nell’interesse della stessa persona, un percorso terapeutico da seguire, e quindi se la persona deve essere monitorata, al limite anche per un pericolo di contagio. Non dimentichiamo che spesso l’immigrato è portatore di malattie infettive che nel nostro Paese sono scomparse mentre esistono al suo paese d’origine”.
Sulla linea di Sacconi è anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini.
"La norma che consente ai medici di segnalare gli immigrati clandestini e’ gia’ inserita in altri ordinamenti, come quello tedesco" ha detto oggi Fini durante una video chat con i cittadini sul sito di Montecitorio.
Secondo il presidente della Camera, "in questa materia s’e’ fatta della polemica eccessiva perche’ sul provvedimento italiano non c’e’ scritto che il medico deve segnalare (segnalare, non ‘denunciare’), ma che puo’ farlo. Quella liberta’ e quel dovere, che alcuni sanitari rivendicano di curare la persona malata a prescindere da tutto e che il sanitario si assume nel momento in cui giura, non viene meno".