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IMMIGRATI: COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII, NO A DENUNCE DEI MEDICI

Roma, 17 feb. – (Adnkronos) – ”Rivedere il testo del Ddl 733 affinche’ l’immigrato non venga equiparato ad un criminale e perche’ ogni persona possa serenamente ricevere le cure necessarie, il diritto alla salute”: lo chiede l’associazione Comunita’ Papa Giovanni XXIII in una nota, diffusa oggi, a firma del responsabile generale Giovanni Paolo Ramonda. Il testo si apre occupandosi delle ”continue violenze e stupri perpetrati verso i piu’ deboli, giovani donne e persone indifese”.

”Chiunque commette violenze di ogni tipo deve essere perseguito e severamente punito indistintamente dal livello sociale e dall’etnia di provenienza perche’ la violenza non ha colore ne’ nazionalita”’, afferma Ramonda, che invita tuttavia a distinguere rispetto al fenomeno dell’immigrazione clandestina: ”riteniamo grave e pericoloso presentare tutti gli immigrati come dei criminali e rei dei piu’ efferati delitti”.

Quanto alla previsione per i medici dell’obbligo di denunciare l’irregolarita’ degli ammalati immigrati, Ramonda afferma che ”tale emendamento costringerebbe l’immigrato irregolare a cercare forme di sanita’ clandestina oppure di rinunciare a cio’ che e’ un diritto inviolabile”. Nella nota si annuncia un presidio pubblico a Roma, davanti a Montecitorio, giovedi’ 26 febbraio alle ore 10 per sensibilizzare i parlamentari su questo tema.

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