La leader radicale sullo stupro della Caffarella: "Media facciano esame di coscienza, così si diffonde il razzismo" Roma – 5 marzo 2009 – Karol Racz e Alexandru Isztoika Loyos sono stati sbattuti in prima pagina come i mostri dello stupro della Caffarella. Ma ora che il test del dna pare scagionarli, il mondo del’informazione "deve fare un esame di coscienza".
La parlamentare dei radicali, Rita Bernardini, punta l’indice contro i media che "hanno avuto poca cautela nel mostrare le immagini e le foto dei due rumeni". "Si rovina la vita delle persone e nello stesso tempo si diffonde il razzismo", dice. "Ho ricordato il caso storico di Girolimoni: molte persone, e non certo sprovvedute, ancora oggi sono convinte della sua colpevolezza".
"Pensate -continua- a quanto ci vuole per togliere dalla mente della gente l’immagine del mostro sbattuto in prima pagina”, sottolinea Bernardini. ”Nei confronti dei rumeni c’e’ stata una vera e propria campagna. Noi radicali abbiamo cercato di riequilibrare la situazione facendo una campagna per il voto dei cittadini comunitari, quali sono i rumeni. Di questo però, nonostante lo spot sulla Rai e la circolare del ministero a tutti i comuni italiani, se ne e’ parlato pochissimo”. Senza considerare il ”doppiopesismo” che si usa quando lo stesso reato è commesso da un italiano o da uno straniero.
"Tutti i mezzi di informazione -insiste Bernardini- devono fare un esame di coscienza, perche’ in questi casi bisognerebbe evitare di soffiare sul fuoco. Noi radicali il caso Tortora non l’abbiamo dimenticato". Il mondo politico "cavalca i temi che fanno vincere in campagna elettorale. Le elezioni a Roma -ricorda- erano una gara a chi fosse il più cattivo", mentre poi si propongono "tagli alla sicurezza" e non si fa la riforma della giustizia.