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Bossi: “I medici non denunceranno i clandestini”

"Salvano amici e nemici". Mobilitazione nazionale contro la norma del ddl sicurezza Roma – 16 marzo 2009 – I medici italiani denunceranno i clandestini che curano negli ospedali?

"Penso che non lo faranno", risponde Umberto Bossi, sollecitato a Montecitorio dai cronisti su uno dei punti più controversi del disegno di legge sulla sicurezza.  Secondo il ministro delle Riforme, si appelleranno al fatto che sono una casta superiore agli altri uomini: c’è scritto nel giuramento di Ippocrate”.

I medici  “salvano amici e nemici" conclude Bossi, inserendo evidentemente tra i nemici le persone bisognose di cure che non hanno in tasca un permesso di soggiorno .

La previsione del Senatùr arriva dopo le forti prese di posizione dei camici bianchi contro le segnalazioni negli ospedali. Da quando la proposta della lega è stata inserita nel ddl sicurezza, i medici hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze: marginalizzazione dei clandestini malati, con rischi per la salute di tutti, e crescita di un sistema di sanità parallela.

I sindacati dei medici hanno già spiegato che se il testo verrà approvato così com’è anche alla Camera, saranno costretti a denunciare i clandestini, per non evitare sanzioni penali. Un’interpretazione diversa da quella data da esponenti del governo, come Sacconi e Maroni, che continuano a parlare di libertà di scelta.

Domani in una trentina di città italiane sono previste manifestazioni di protesta e sensibilizzazione, nell’ambito del “Noi non segnaliamo day” indetto da “Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM”,  Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale. Qui trovate il programma.

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