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Denunce negli ospedali. I medici: “Inutili e pericolose”

Manifestazioni in tutta Italia per il ‘Noi non segnaliamo day’. Turco (Pd): "Difendere la vita e la salute pubblica" Roma – 17 marzo 2009 – I camici bianchi ribadiscono il loro no al passaggio del ddl sicurezza che elimina il divieto di denunciare gli immigrati clandestini che si curano negli ospedali. Per protestare contro la norma già approvata in Senato, oggi sono in corso manifestazioni in una trentina di città Italia.

Il ‘Noi non segnaliamo day’ è stato indetto da Medici senza frontiere (Msf), Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm),  Associazioni studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e Osservatorio  italiano sulla salute globale (Oisg), che oggi all’ospedale San  Camillo di Roma hanno  spiegato in una conferenza i motivi della loro protesta.

"Il provvedimento non deve passare – spiega  Salvatore Geraci, presidente della Simm – perché si tratta di una  proposta inutile, dannosa e pericolosa.  È inutile perché non farebbe diminuire l’immigrazione clandestina, ma la renderebbe ancora più  nascosta e sommersa. Sarebbe dannosa perchè metterebbe a rischio la  salute di tante persone, italiane e straniere. E pericolosa perchè  trasferisce il problema della clandestinità dalla politica agli  ospedali, luoghi invece nati per la cura indiscriminata delle  persone".

Della stessa opinione Aldo Morrone, il direttore dell’Istituto  nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e  per il contrasto delle malattie della povertà. "Tanti immigrati  irregolari – sottolinea – con questo provvedimento preferiranno  affidarsi alla medicina clandestina. Questa legge rischierebbe  solamente di foraggiare la criminalità organizzata, che non aspetta  altro per poter invadere un altro spazio pubblico della nostra  società".

le associazioni ricordano  inoltre come l’articolo 32 della Costituzione italiana tuteli la  salute come "fondamentale diritto dell’individuo e interesse della  collettività, e garantisca le cure agli indigenti. La legge non può  in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona  umana". Altre associazioni invece citano un passo del giuramento  d’Ippocrate, in cui i medici si impegnano a "osservare il segreto di  tutto ciò che mi  è confidato o che ho veduto, inteso o intuito  nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato".       

"Il compito del medico – ricorda Luigi Macchitella, direttore  generale del San Camillo – non  è di perseguire un reato, ma di curare una persona a prescindere dalla sua nazionalità o condizione". Molti  camici bianchi accorsi alla conferenza, con addosso una maglietta con  la scritta ‘Siamo operatori della salute, non siamo spie’, ribadiscono il proprio no. "Come operatori della salute – spiegano – non ci  presteremo a questa distorsione della realtà e dei nostri compiti,  che tradisce il nostro codice deontologico".    

Il Pd: “Una norma razzista e barbara”
Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd, ha espresso sostegno alla protesta dei medici, “sia  dal punto di vista etico e professionale di uomini e donne che non  possono venir meno al loro dovere di cura e di assistenza; sia per la  ragione che un provvedimento così odioso corre il rischio di mettere  ancor più in pericolo la salute di tutti i cittadini”.

“È già stata riscontrata – sottolinea Minniti – una diminuzione del numero di persone che si  rivolgono alle strutture sanitarie con casi che hanno avuto un  drammatico epilogo.’Posso perciò ribadire che i parlamentari del Partito democratico si batteranno affinché venga ripristinato il  principio di non segnalazione”.

“Il governo ascolti queste proteste e ritiri la norma razzista e barbara”, commenta la deputata del Pd Livia Turco. "Il medico è tenuto a curare chiunque si rivolga a lui senza fare distinzione di sesso, nazionalità, etnia, età.  Anche questa è difesa della vita e della salute pubblica. Spesso le cure mediche rappresentano anche il primo contatto dell’immigrato con strutture pubbliche dal quale ha inizio un percorso di integrazione che e’ il vero antidoto alla emarginazione e, dunque, anche alla delinquenza".

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