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“Non aver paura”, una campagna contro i pregiudizi

L’ appello contro il razzismo lanciato da 27 associazioni. “Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di tutti"

Roma – 20 marzo 2009 – Quattro persone prigioniere del razzismo, in uno scaricabarile di pregiudizi: la padana teme i napoletani, il napoletano ce l’ha con gli arabi, l’arabo punta il dito contro gli africani, l’africana accusa gli zingari. Dalla gabbia che li intrappola si libera solo un piccolo rom, poi il messaggio:  "Resta fuori dai pregiudizi, non aver paura, apriti agli altri, apriti ai diritti".

http://www.youtube.com/watch?v=vZTb0YB519k


Lo spot, firmato dal regista Mimmo Calopresti e interpretato da Lello Arena, Francesca Reggiani, Salvatore Marino, Cumbo Sal e Viorel Samuel Cirpaciu, lancia una campagna nazionale antirazzista promossa da 27 associazioni, tra le quali Acli, Unhcr, Amnesty International, Arci, Caritas italiana, Cgil, Cisl e Uil. Il logo è un fantasmino giallo disegnato proprio da Viorel, l’undicenne rom scelto come testimonial.

Sul sito www.nonaverpaura.org, si può firmare un appello che ricorda, tra l’altro, che gli stranieri in Italia spesso sono "vittime di pregiudizi e usate come capri espiatori, specialmente quando aumentano l’insicurezza economica e il disagio sociale". Ma "una società che si chiude sempre di più in se stessa, che cede alla paura degli stranieri e delle differenze, è una società meno libera, meno democratica e senza futuro".

“Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i diritti di ogni individuo, a cominciare da chi è debole e spesso straniero. Il benessere e la dignità di ognuno di noi sono strettamente legati a quelli di chi ci vive accanto, chiunque esso sia” conclude l’appello, che insieme alle firme raccolte verrà consegnato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano il prossimo 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato promossa dalle Nazioni Unite.

Ai rappresentanti delle istituzioni e della politica viene invece chiesto di sottoscrivere una "dichiarazione di impegno" a "lavorare, nello svolgimento dell’attività istituzionale e/o politica, per spezzare il corto circuito creato da paura, razzismo e xenofobia".

"Vogliamo dare visibilità a una realtà che già esiste, – scrivono gli organizzatori – creare una rete che colleghi e dia energia all’indignazione e ai sentimenti di solidarietà che, benché siano già presenti nelle realtà sensibili al tema, faticano ad emergere. E vogliamo coinvolgere in questo percorso il maggior numero di persone possibili, di ogni età, per chiamare tutti all’assunzione delle proprie responsabilità. L’adesione deve trasformarsi in partecipazione e impegno concreto".

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