Approvato il ddl che taglia i tempi. Oggi gli immigrati irregolari rimangono dietro le sbarre anche per diciotto mesi. Il testo torna alla Camera.
Roma – 18 settembre 2014- Siamo al giro di boa nella riconquista di un trattamento più umano e civile per chi è rinchiuso nei centri di identificazione ed espulsione.
Il Senato ha approvato ieri il disegno di legge europea 2013 bis, che ora passa alla Camera dei Deputati. Tra le altre cose, taglia drasticamente i tempi massimi di permanenza all'interno di queste carceri per immigrati irregolari.
Oggi chi viene sorpreso in Italia senza un permesso di soggiorno può rimanere rinchiuso in un Cie fino a diciotto mesi. Il testo approvato a palazzo Madama dice invece che "in ogni caso il periodo massimo di trattenimento dello straniero all'interno del centro di identificazione e di espulsione non può essere superiore a novanta giorni". Se entro quel termine non si riuscirà a rimpatriare l'immigrato, bisognerà liberarlo.
È stato un decreto legge voluto nel 2011 dell'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni a stabilire che gli stranieri sorpresi senza permesso di soggiorno rimanessero anche un anno e mezzo dietro le sbarre. Una "pena" inflitta anche nei casi in cui era il loro Paese d'origine a non collaborare per il rimpatrio, facendo melina sulle procedure.
Gli effetti del quel giro di vite targato Lega Nord non si è fatto vedere sull'efficienza delle espulsioni, visto che oggi meno della metà dei trattenuti nei Cie torna effettivamente nel suo Paese. Però ha fatto aumentare tensione e disperazione, con rivolte e atti di autolesionismo, insieme agli appelli di addetti ai lavori e organizzazioni umanitari perchè si facesse marcia indietro.
L'occasione è arrivata con il nuovo disegno di legge europea, scritto in realtà dal governo Letta. Nel testo originario si parlava di 180 giorni, poi anche da Alfano è arrivata la disponibilità a un ulteriore allegerimento, così in commissione Affari Costituzionali i senatori del Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice hanno colto l'occasione per sforbiciarequel termine a tre mesi con un emendamento.
Con la riduzione a 90 giorni, spiegano Manconi e Lo Giudice, i CIE torneranno "alla loro funzione di luogo di transito in vista dell’identificazione e dell’eventuale rimpatrio, evitando lunghe detenzioni immotivate di chi non ha commesso reati ma si trova solo in uno stato di irregolarità amministrativa”.
Il Senato (Lega Nord esclusa) si è convinto, ora tocca a Montecitorio.
Stranieriinitalia.it