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Alfano: “Rimpatriamo i detenuti stranieri”

Se la pena residua è inferiore a due anni, "può bastare l’espulsione". Si libererebbero 4300 posti Roma – 27 agosto 2008 – I detenuti stranieri che stanno scontando l’ultima parte della pena vanno rimpatriati. Secondo il ministro della giustizia Angelino Alfano, queste espulsioni darebbero un contributo importante per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri italiane.

"Nelle nostre carceri ci sono 4.300 detenuti stranieri che devono scontare una pena residua inferiore ai due anni.  Con seri accordi bilaterali può bastare la sanzione dell’espulsione. Se ne vadano a scontarla a casa loro questa pena” ha detto ieri Alfano, intervenuto al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini in un dibattito sulla situazione carceraria,.

“Abbiamo difficoltà a recuperare soldi per costruire nuove carceri – ha sottolineato Alfano –  se questi 4.330 stranieri tornassero al loro paese si liberebbero posti nelle carceri e abbastanza risorse per costruire otto nuovi istituti di media grandezza".

Secondo gli ultimi dati del Dipartimento dell’ amministrazione penitenziaria (Dap), a due anni dall’indulto, le 205 carceri italiane sono tornate a riempirsi. Attualmente (dato aggiornato a ieri) ci sono 55.369 detenuti, contro un tetto regolamentare di 42.992 posti e un limite ‘tollerabile’ di 63.423.

"L’indulto – ha osservato Alfano- è  fallito perchè vi è stata la recidiva. Le persone sono uscite senza che vi fosse stato un recupero, sono uscite prima che fosse offerto agli uomini quel bivio che è la possibilità, usciti dal carcere, di fare un’altra cosa, di lavorare".

I dati del Dap sfatano l’opinione che a tornare a delinquere siano stati piu’ che altro gli extracomunitari. Su 16.937 italiani che dal primo agosto del 2006 ad oggi hanno beneficiato dell’indulto, a tornare in cella sono stati 7.154 (pari al 42,2%), mentre su un totale di 10.535 stranieri indultati sono stati in 2.721 (25,8%) a commettere nuovi reati.

EP

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