Dall’esecutivo Ue un "pacchetto" per migliorare e armonizzare la protezione. Un libro verde apre un dibattito tra tutti coloro che si occupano di asilo nell’Unione
BRUXELLES – Un libro verde sulle politiche da adottare in futuro, una nuova direttiva che allarga i diritti dei rifugiati e un rapporto su come Stati membri stanno gestendo le domande.
Sono i tre interventi sull’asilo politico adottati mercoledì scorso a Bruxelles dalla Commissione europea. Iniziative che vogliono "migliorare e armonizzare il livello di protezione in tutta l’UE, nonché promuovere una maggiore solidarietà tra gli Stati membri", come ha sottolineato il responsabile in materia di giustizia, libertà e sicurezza Franco Frattini.
Il libro verde apre un dibattito sul sistema europeo comune d’asilo, che dovrebbe garantire standard più alti di protezione per richiedenti asilo e rifugiati dell’Ue. Intorno ad alcuni temi principali (gli strumenti legislativi, le misure di implementazione e accompagnamento, la solidarietà tra gli Stati membri e gli interventi rivolti a Paesi Terzi) si concentrano le domande alle quali sono invitate a rispondere entro al fine di agosto tutti i soggetti che hanno a che fare con l’asilo politico: dalle istituzioni (europee, nazionali, regionali e locali), ai Paesi candidati o partner dell’Ue, dalle organizzazioni governative e non governative alle associazioni, alle università, alle società private o anche ai singoli cittadini.
Al centro di una proposta di direttiva c’è invece la condizione dei rifugiati che vivono regolarmente in Europa da almeno cinque anni. La Commissione vuole permettere anche a loro di acquisire lo status di soggiornanti di lungo periodo, che per molti versi li equiparerebbe ai cittadini comunitari in materia di diritti economici e sociali, ad esempio con la possibilità di spostarsi in tutti i paesi dell’Unione per lavoro o studio. Per diventare un "lungo-soggiornante", il rifugiato dovrebbe dimostrare di potersi mantenere senza pesare sull’assistenza sociale e di non rappresentare un pericolo per la sicurezza dello Stato ospitante.
Un rapporto dell’esecutivo Ue fa infine il punto sul "sistema di Dublino", che determina quale stato membro è responsabile per l’esame di una domanda d’asilo. Sulla base di questo sistema, che ha iniziato a funzionare nel 2003, in due anni circa 17mila richiedenti asilo sono stati trasferiti da un Paese Ue a un altro proprio per problemi di competenza. Nello stesso periodo, il confronto delle impronte digitali raccolte dal sistema EUODAC ha dimostrato che il 12% dei richiedenti asilo aveva già presentato domanda in un altro Paese Ue.
"Green paper on the future Common European Asylum System"
"Proposal for a Council directive amending Directive 2003/109/EC to extend its scope to beneficiaries of international protection"
"Report from the Commission to the European Parliament and the Council on the evaluation of the Dublin system"
(11 giugno 2007)
Elvio Pasca