"Viene gestita male, anche a causa dell’ignoranza di alcuni politici". "Le ultime regole? Una fiche lanciata sul tavolo" Roma – 23 settembre 2009 – ”C’e’ un deficit della politica, e spesso anche della cultura, riguardo al tema dell’immigrazione. La politica, nel suo complesso, non può certo dirsi fiera di quello che è riuscita a fare fino a oggi”.
Così Claudio Baglioni in un’intervista a ‘Ffwebmagazine’, il periodico online della Fondazione Farefuturo, nella quale chiede un approccio ”privo di indifferenza o buonismo, evitando drammatizzazioni”, con la “convinzione che l’incontro e’ parte della vita e la vita e’ parte dell’incontro”.
“Ci si e’ accorti tardi -spiega il cantautore, organizzatore della manifestazione ‘O Scia’ dedicata a questi temi- e all’improvviso, che c’erano interi luoghi, vicino alle grandi città, abitati dai non italiani. E’ come se la politica fosse stata colta di sorpresa e non avesse pensato in tempo a strategie opportune per fronteggiare il fenomeno in maniera decisa e organizzata”.
L’immigrazione è stata quindi trattata “come se si trattasse di una patata bollente che scivola da una mano all’altra. La questione viene gestita male, anche a causa dell’ignoranza del fenomeno da parte di alcuni politici che sciorinano cifre e si spendono in affermazioni che, se poi vai ad approfondire, ti danno la dimensione di quanto poco sia conosciuta questa realtà”.
Secondo Baglioni , “siamo davanti a una questione transnazionale, e come tale dovrebbe essere vissuta, senza l’incubo del gradimento da sondaggio elettorale. Ormai è inutile e fa ridere parlare di fenomeno, di emergenza. Occorre ragionare con più calma e mettere da parte la superficialità”.
Il cantautore è critico anche sul pacchetto sicurezza. “Le ultime regole entrate in vigore – dice – non stanno funzionando, le notizie che arrivano ci fanno capire che non sono queste le soluzioni. Sono state buttate lì, come una fiche lanciata sul tavolo sperando che esca il numerino”.