"Il Parlamento deciderà secondo coscienza e buonsenso", "sì all’aggravante". Borghezio: "Così delude gli elettori"
Roma – 3 giugno 2008 – La clandestinità? Va bene come aggravante, non come reato.
A pensarla così è lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nonostante l’introduzione del reato di ingresso clandestino sia uno dei punti dal disegno di legge approvato due settimane fa dal suo governo.
"Il Parlamento e’ sovrano, deciderà secondo coscienza e secondo buonsenso. La mia personale visione è che non si possa pensare di perseguire qualcuno per una permanenza non regolare nel nostro Paese, arrivando a condannarlo per questo reato con una pena" ha detto oggi pomeriggio Berlusconi a margine di un colloquio bilaterale con il presidente francese Nicolas Sarkozy a Palazzo Chigi.
"Invece, questa situazione della clandestinità – ha aggiunto il premier – può essere un aggravante nei confronti di chi commette reati previsti come tali dal codice penale". L’aggravante, prevista dal decreto legge sulla sicurezza, è in realtà già in vigore e trova in questi giorni le sue prime applicazioni nei tribunali italiani.
La dichiarazione di Berlusconi arriva all’indomani delle critiche da parte di Onu e Vaticano e peserà inevitabilmente sull’iter del disegno di legge in Parlamento, considerato anche che Partito Democratico, Italia dei Valori e Udc si sono già detti contrari al reato di clandestinità.
Fino a qualche ora fa, all’interno della maggioranza, l’unica voce contraria all’introduzione del reato sembrava quella del ministro Carlo Giovanardi ("non è nel programma"). "Siamo fermamente convinti che il reato di clandestinità debba essere mantenuto” diceva invece stamattina il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, mentre Roberto Cota, capogruppo della Lega Nord alla Camera, rilanciava: "Andremo avanti, chiederemo che venga calendarizzato con priorità".
Intanto, l’eurodeputato della Lega Mauro Borghezio commenta le dichiarazioni di Berlusconi: "Ritengo che questa posizione rischi di deludere i milioni di persone che hanno votato per la nostra coalizione e che devono continuare ad avere piena fiducia nella nostra coerenza". "Rinunciare all’impostazione data dal ministro Maroni e dall’intero governo, dietro ai tentativi di intimidazione che sono arrivati soprattutto dall’estero – dice Borghezio – sarebbe un cedimento molto difficile da far comprendere ai nostri elettori".
Elvio Pasca