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“No a bimbi in classe”. Genitori spostano i figli in un’altra scuola

Il caso in un'elementare di Trani. La vicepreside: “Hanno detto che puzzano e portano malattie”

Bari – 6 ottobre 2014 – “Mi hanno chiesto che io cacciassi i bambini rom perchè, secondo questi genitori  che mi hanno detto parole irripetibili, questi bambini portano malattie puzzano e sono sporchi. Al mio rifiuto, hanno deciso di traferire i propri figli, augurandomi di rimanere da sola con i rom”.

É il racconto di Maria Mingrone, vicepreside e docente della scuola elementare Beltrani di Trani, “colpevole” di non fare distinzioni tra i suoi piccoli alunni.

Tutto è iniziato con l'arrivo a scuola di due fratellini  di sei e sette anni che vivono in un campo nomadi tra Trani e Bisceglie. Sono seguiti dai servizi sociali, che hanno convinto le famiglie a mandarli tra i banchi. La vicepreside ha deciso di “non farli stare nella stessa classe per evitare che potessero isolarsi”.

I fratellini sono diventati un esempio nel campo, così poco dopo si è iscritto a scuola anche un loro cuginetto, che Mingrone ha accolto nella sua classe insieme a uno degli altri due. A quel punto è scoppiata l'ira dei genitori di quattro loro compagni: “Nonostante vessi tutte le certificazioni sanitarie sono venuti da me come belve inferocite: il primo l'abbiamo accettato, hanno detto, il secondo proprio no”.

La vicepresidente ha cercato di farli ragionare, ma è stato inutile. I genitori hanno ritirato i figli dalla Beltrani e li hanno iscritti in un altro istituto.

“Episodi spiacevoli, che non dovrebbero mai accadere” commenta l'assessore regionale all'Istruzione Alba Sasso. “La scuola deve essere in grado di conciliare esigenze diverse e di far capire ai genitori che la convivenza è necessaria  e che , prima di ogni altra cosa, la scuola non si può negare a nessuno”.

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