Il più alto organo amministrativo francese ferma l’ordinanza di un sindaco della Costa Azzurra. “Un costume da bagno non mette rischio l’ordine pubblico”
Parigi – 26 agosto 2016 – Il divieto di burkini è ingiustificato e rappresenta “un attentato grave e manifestamente illegale a libertà fondamentali, come la libertà circolazione, la libertà di coscienza e la libertà personale”.
Con queste motivazioni oggi pomeriggio una sentenza del Conseil d’État, il più alto organo giuridico amministrativo francese, ha annullato l’ordinanza in vigore dal 5 agosto a Villeneuve-Loubet, in Costa Azzurra. Come in decine di altre località balneari francesi, vietava alle donne di indossare il costume “islamicamente corretto” o comunque di fare il bagno vestite.
“Nessun elemento – hanno scritto ancora i giudici – permette di ritenere che a Villeneuve-Loubet potessero derivare rischi per l’ordine pubblico dagli indumenti indossati da alcune persone per fare il bagno. In assenza di questi rischi, il sindaco non poteva adottare divieti di accesso alla spiaggia o alla balneazione”.
Il caso era stato portato davanti al Conseil d’État da due associazioni, la Ligue des droits de l’homme e il Collectif contre l’islamophobie en France, che ritenevano il divieto liberticida. In udienza, il legale che rappresenta il Comune aveva giustificato l’ordinanza sostenendo che l’utilizzo del burkini esacerbava gli animi “in una regione già fortmemente provata dagli attentati”.
La pronuncia di oggi sospende solo l’ordinanza di Villeneuve-Loubet, ma farà giurisprudenza. I principi enunciati dal Consiglio di Stato minano le basi di provvedimenti analoghi presi da decine di sindaci francesi nelle scorse settimane e appoggiati anche dal premier Valls, che giudica il burkini “incompatibile con i nostri valori”.
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