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Censimento nomadi. L’Ue: “Non c’è discriminazione”

La Commissione europea dà il via libera al governo italiano, anche sulle impronte digitali Bruxelles – 4 settembre 2008 – Il censimento avviato nei campi nomadi dal governo italiano non è discriminatorio. Dopo le polemiche di quest’estate, dalla Commissione Europea arriva il via libera: è tutto in linea con il diritto comunitario.

L’esecutivo dell’Ue ha analizzato il rapporto sul censimento inviato da   Roma a Bruxelles il 1 agosto scorso. E oggi Michele Cercone, portavoce del Commissario alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza Jacques Barrot, ha spiegato che "né le ordinanze né le linee direttrici né le condizioni di esecuzione" delle misure prese "autorizzano la raccolta di dati relativi all’origine etnica o alla religione delle persone censite".

Anche la raccolta delle impronte digitali "viene fatta solo al fine di identificare persone che non è possibile identificare in altro modo" ha aggiunto il portavoce di Barrot. Un sistema "valido in particolare per i minori nei confronti dei quali questi rilievi vengono effettuati solo nei casi strettamente necessari e come ultima possibilità di identificazione".

La "buona cooperazione" tra le autorità italiane e Bruxelles, ha osservato ancora Cercone, ha consentito di verificare le linee dei provvedimenti presi e di "correggere tutte le misure che potevano dare luogo a contestazioni". Barrot continuerà a seguire il dossier prestando attenzione alle ulteriori informazioni che saranno fornite dall’Italia sull’applicazione delle misure prese e chiede di essere informato sullo svolgimento del censimento e dei suoi risultati.

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