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Cittadinanza. Riccardi: “Un dolore la mancata riforma per le seconde generazioni”

“Malgrado gli stimoli, in Parlamento il dibattito non è andato avanti. Ma è una strada da seguire per raggiungere l’integrazione”

 

Roma – 14 settembre 2012 – ”Uno dei dolori che mi porto dietro, ora che stiamo giungendo a fine legislatura, è non essere riuscito a portare avanti in Parlamento, malgrado gli stimoli venuti da me personalmente, il dibattito sulla legge per la cittadinanza a chi nasce in Italia, ai figli degli immigrati e a chi completa un ciclo di studi nel nostro Paese”.

Lo ha detto oggi il ministro per la Cooperazione internazionale e integrazione, Andrea Riccardi, agli studenti della scuola “Morvillo Falcone” di Mesagne, aggiungendo che “se vogliamo raggiungere l’integrazione, bisogna viaggiare spediti in questa direzione”. A sollecitarlo su questo tema è stata Sanae, studentessa di origini marocchine: “Ricordatevi che ci siamo anche noi studenti extracomunitari. Che faremo dopo la scuola?” ha chiesto la ragazza.

Secondo Riccardi, questo governo ha però ”cambiato la mentalità sugli immigrati: ora si parla di immigrazione in modo diverso. Deve essere vista come percorso di integrazione e non come emergenza e la scuola e’ un luogo decisivo per l’integrazione”.

All’incontro era presente anche il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, secondo il quale “la scuola deve creare cittadini global. Pensate – ha detto – all’arricchimento che si puo’ avere nello studio della geografia, della storia e delle relazioni tra paesi in una classe con il 25-30% di studenti stranieri”. ”Noi non crediamo nelle scuole etniche, – ha chiosato Riccardi – ma nelle scuole italiane che integrano”.

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