Dall’8 luglio la domanda per il riconoscimento della cittadinanza costerà 300 euro. Il consolato di Buenos Aires: “È un’operazione complessa e costosa”
Roma – 1 luglio 2014 – Ai discendenti di italiani che vogliono recuperare la cittadinanza tricolore conviene muoversi per evitare un salasso.
Hanno solo una settimana: l’8 luglio infatti entrerà in vigore la legge 89/2014, che tra le altre cose introduce una tassa di 300 euro per il riconoscimento della cittadinanza che chi ha avi italiani può chiedere presso i nostri consolati.
Finora, la domanda era gratuita. La nuova tariffa consolare dovrebbe servire (anche se la legge non lo dice esplicitamente) a recuperare risorse per le nostre rappresentanze impegnate a smaltire quelle pratiche, soprattutto nei paesi dell’America Latina che nel secolo scorso furono mete privilegiate dell’emigrazione italiana.
Non a caso, il consolato d’Italia a Buenos Aires ha pubblicato già da qualche giorno sul suo sito internet un avviso sulla novità in arrivo. “Saranno tenuti al pagamento – dice – tutti i soggetti maggiori di anni 18 che chiedano per sé il riconoscimento della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo”, mentre “rimangono a titolo gratuito tutte le richieste di riconoscimento di cittadinanza presentate in favore di minori”.
Chi non verrà riconosciuto come italiano, non potrà recuperare i 300 euro. “Trattandosi di contributo dovuto per la trattazione della pratica – conferma il consolato – esso dovrà essere pagato obbligatoriamente al momento della presentazione della domanda anche se la documentazione ad essa allegata fosse incompleta e a prescindere dall’esito dell’accertamento”.
“L’introduzione di diritti consolari per tale servizio, finora reso in regime di gratuità, è stata decisa – conclude l’avviso – in considerazione della complessità delle operazioni di ricostruzione jure sanguinis della cittadinanza che, come noto, può riguardare molte generazioni (a volte oltre la sesta). L’esame e la conclusione delle domande richiedono, infatti, adempimenti molto onerosi per gli uffici consolari comportanti considerevoli spese in termini di risorse umane e strumentali ad essi destinate”.
Elvio Pasca