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Cittadinanza. Turco (Pd): “Riforma sarebbe motivo di orgoglio per il Parlamento”

“Bene che il governo sia favorevole,  ma la responsabilità  deve essere delle Camere”. Gasparri (Pdl): “Non è urgente, governo non crei conflittualità”

Roma – 11 gennaio 2012 – “La riforma della legge sulla  cittadinanza dovrebbe essere un atto di umanità e di buon senso da  parte del Parlamento. Dare la possibilità a tanti giovani di potersi  dire pienamente cittadini del Paese dove sono nati e in cui sono  cresciuti sarebbe segno di grande ragionevolezza e motivo di  orgoglio”. Lo sottolinea Livia Turco, presidente del Forum  Immigrazione del Partito Democratico.

“Rilanciamo quindi il nostro appello a tutte le forze politiche  – aggiunge  la deputata del Pd – per la costruzione di un testo condiviso, affinché dal Parlamento  possa uscire un messaggio di fiducia e di speranza in un contesto  sociale ed economico già di per sé difficile. È bene che il governo voglia favorire questo processo -conclude – ma riformare il diritto alla cittadinanza e’ una responsabilità che deve essere del  Parlamento. Un Parlamento che auspichiamo riesca a vincere questa  battaglia”.

Oggi  il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi ha garantito l’appoggio del governo a una riforma che parta dai diritti delle seconde generazioni, ribadendo che questa deve maturare in Parlamento. Le prime reazioni del Popolo della Libertà non sembrano però lasciare molto spazio al confronto.

“Non è assolutamente urgente  discutere di nuove norme sulla cittadinanza. E non è certamente poi  compito di questo governo introdurre elementi che possano creare  confusione e conflittualità. Su questi temi il Pdl si è già più volte espresso con chiarezza” ha dichiarato il presidente dei  senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.

“Mi pare evidente che vi siano  profonde differenze tra l’impostazione del Pdl e quella del Ministro Riccardi sul tema dell’immigrazione” ha detto invece il vice presidente dei deputati del Pdl Isabella Bertolini. “Per il Ministro bisogna concedere la cittadinanza per farli diventare dei buoni italiani, invece, secondo noi, per essere dei buoni italiani bisogna  essere integrati e solo allora si potrà avere la cittadinanza, che  diventa cosi’ il premio finale di un articolato percorso di  integrazione e di adesione ai valori repubblicani”.

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