Nuovo caso a Pordenone. La Consulta dovrà decidere se il nuovo reato rispetta la Costituzione Roma – 20 ottobre 2009 – Che il reato di clandestinità non fosse in linea con la Costituzione lo si sospettava già durante l’iter parlamentare del ddl sicurezza. Ora che quel reato è diventato legge, sono sempre più numerosi i giudici che chiedono l’intervento della Corte Costituzionale perché chiarisca i dubbi e decida se va cancellato.
La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata da giudici di Pesaro, Trento e Torino, e invocata dalle procure di Bologna e Agrigento. Ora alla lista si aggiunge anche il giudice di pace di Pordenone Raffaele Vairo che, accogliendo la richiesta di pubblico ministero e difensori, ha sospeso un processo contro un cittadino nigeriano sorpreso senza permesso di soggiorno.
Tra le critiche ritenute rilevanti dal giudice, c’è che il nuovo reato colpisce una condizione non necessariamente sintomatica di pericolosità sociale. Sarebbe poi incostituzionale perché è retroattivo, dal momento che punisce anche chi è irregolarmente in Italia da una data antecedente l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza.
Il giudice punta il dito anche contro la mancata previsione di un “giustificato motivo” per trattenersi illegalmente in Italia. Sottolinea infine che il nuovo reato è praticamente inutile, dal momento che all’espulsione del clandestino si poteva arrivare anche con le vecchie norme del testo unico sull’immigrazione, ma caricherà pesantemente gli uffici giudiziari.
Per ora la Corte Costituzionale non ha ancora fissato una data per decidere sulle questioni di legittimità sollevate in tutta Italia. Probabilmente aspetterà che ne arrivino altre (e ne arriveranno…) per avere un quadro più completo e dire una parola definitiva sul reato di clandestinità.
Ecco l’ordinanza del giudice di Pordenone (dal sito dell’Asgi)
Elvio Pasca