L’allarme del Sappe, il sindacato degli agenti penitenziari: "Carceri già sovraffollate, servono strutture ad hoc"
Roma – 26 settembre 2008 – È necessario differenziare la detenzione dei soggetti arrestati per il reato di immigrazione clandestina, con la previsione di assegnazione in strutture ad hoc (quali, ad esempio, le carceri mandamentali e le caserme delle Forze Armate oggi dismesse), evitando, quindi, il loro inserimento nei circuiti penitenziari tradizionali. Altrimenti in poco tempo "l’Italia raggiungerà la spaventosa cifra di 100mila detenuti".
È l’allarme lanciato dal sindacato autonomo degli agenti penitenziari (Sappe) che chiede il "potenziamento degli organici del Corpo e una politica di formazione e aggiornamento professionale dei baschi Azzurri da destinare a questo nuovo gravoso compito istituzionale".
"Ci auguriamo che i Ministri dell’Interno e della Giustizia Maroni e Alfano e le Commissioni Giustizia ed Affari costituzionali del Senato tengano nel debito conto le ricadute che comporterà l’eventuale introduzione del reato di immigrazione clandestina sui nostri penitenziari, già abbondantemente sovraffollati con 56mila detenuti presenti a fronte di poco più di 42mila posti", ha detto il segretario generale Sappe Donato Capece, che ha anche chiesto una audizione informale dalle due Commissioni parlamentari".
"Le nostre strutture – ha continuato Capece – non sono in grado di sostenere un ulteriore aumento di detenuti e poichè il reato di immigrazione clandestina serve ad espellere più facilmente chi entra illegalmente nel nostro Paese – perchè è previsto l’arresto immediato, il giudizio immediato ed un immediato provvedimento di espulsione – riteniamo si debba ricorrere non già ai circuiti penitenziari tradizionali (abbondantemente sovraffollati) ma ad altre strutture che dovranno essere rapidamente attrezzate come le carceri mandamentali e le caserme delle Forze Armate oggi dismesse".
In caso contrario, ha concluso Capece, "Si rischia di avere presto ad avere una popolazione detenuta di 100mila persone e l’impatto di questo nuovo reato sui nostri penitenziari sarebbe devastante".