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Colf e badanti: via alla certificazione dei compensi

Va fornita, su richiesta, dai datori di lavoro. Serve a dimostrare il reddito Roma – 16 marzo 2009 – Tutti i lavoratori dipendenti stanno ricevendo in questi giorni il Cud, il certificato che riepiloga le retribuzioni del 2008, indispensabile per la prossima dichiarazione dei redditi. Ma come devono regolarsi le famiglie che si fanno dare una mano da una colf o una badante?

I datori di lavoro domestico non sono sostituti di imposta, non operano trattenute sulle retribuzioni e quindi non rilasciano il Cud, ma potrebbero essere chiamati comunque a tirare le somme. Il contratto collettivo dei domestici prevede infatti che “il datore di lavoro, a richiesta del lavoratore, è tenuto a rilasciare una dichiarazione dalla quale risulti l’ammontare complessivo delle somme erogate nell’anno”.

Se la colf lo richiede, il datore deve quindi consegnarle una dichiarazione con tutti i compensi dell’anno precedente, un documento utile per i rapporti con il fisco e, se la lavoratrice non è italiana, anche in molte altre occasioni.

A chi vuole rinnovare il permesso di soggiorno o farsi raggiungere in Italia dal marito o dai figli tramite un ricongiungimento familiare, ad esempio, viene sempre chiesto di dimostrare che percepisce un reddito superiore a dei parametri fissati per legge.

In genere, basta esibire le ricevute dei bollettini inps utilizzate per il versamento dei contributi trimestrali, in base ai quali le Questure e gli Sportelli unici per l’immigrazione possono dedurre i compensi percepiti dalla colf. Se però ai bollettini si aggiunge la dichiarazione di cui sopra, si semplifica il lavoro degli uffici e magari si possono accorciare i tempi.

Per i datore di lavoro non è difficile soddisfare questa richiesta: devono solo sommare tutti i compensi dell’anno scorso che, tra l’altro, dovrebbero risultare dai prospetti paga mensili.

EP

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