Sono gli iscritti alla lista aggiunta, potrebbero essere diecimila. Pillitteri: “Grave carenza di informazione, scriveremo a tutti”
Roma – 10 marzo 2011 – Se quarant’anni fa a Milano Giorgio Gaber cantava “Libertà è partecipazione”, oggi i romeni che vivono nella sua città sono davvero, per forza o per scelta, poco liberi. Quelli che parteciperanno alle prossime elezioni comunali si contano infatti, letteralmente, sulla punta delle dita.
I romeni, come tutti i cittadini comunitari, possono votare ed essere eletti nei Comuni in cui vivono, purchè si iscrivano alle liste elettorali aggiunte. A Milano sono la comunità più numerosa, con oltre diecimila presenze, eppure, stando ai dati dell’ufficio elettorale, solo in otto (avete letto bene: otto) si sono iscritti alla lista.
Viene voglia di conoscerli uno a uno questi otto eroi della partecipazione, lo 0% di una comunità che, per il resto, non sembra interessata a votare. Come se i romeni volessero lasciare ad altri la scelta di chi deciderà su asili nido, trasporti pubblici, raccolta dei rifiuti, manutenzione delle strade e una lunghissima serie di servizi fondamentali anche per loro.
Perché? “C’è da sperare che quei dati siano errati, altrimenti dimostrano una segregazione non solo politica, ma anche culturale e civile. Io credo che in pochi sappiano che possono votare, e questo certifica il fallimento delle campagne pubbliche di comunicazione su questo tema. Forse poi l’iscrizione alla lista è un ostacolo tale da scoraggiare la partecipazione” commenta Sorin Cehan, direttore di Gazeta Romaneasca.
Il Cehan crede che Milano non sia un caso isolato. “Temo che anche in altri comuni le iscrizioni siano molto basse. Eppure in tutta Italia si contano già una ventina romeni che hanno annunciato la loro candidatura. Se va avanti così, avremo più candidati che elettori” scherza il giornalista.
Anche a Palazzo Marino sono preoccupati. “Così poche iscrizioni dimostrano che c’è stata una grave carenza di informazione” dice a Stranieriinitalia.it Stefano Pillitteri, assessore ai servizi civici. Un mea cupa del Comune, se è vero che “la legge impone ai Comuni di fare un’informazione capillare sul diritto al voto tra i residenti comunitari”.
Prima delle elezioni del 2006 il Comune di Milano pubblicò alcuni avvisi sui quotidiani italiani. “Una scelta costosissima e dai risultati molto scarsi” ammette Pillitteri, che ora vuole chiamare gli elettori alle urne uno a uno. “Nei prossimi giorni ogni residente comunitario riceverà una nostra lettera con le istruzioni per il voto e il modulo per l’iscrizione alla lista aggiunta”.
Per iscriversi c’è tempo fino al 4 aprile. “Spero lo facciano in molti, il voto è un diritto fondamentale e uno strumento di integrazione” dice l’assessore . In quanti risponderanno all’appello?
Elvio Pasca