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Elezioni Europee. Comunitari alle urne, ma devono chiederlo entro un mese

Il 25 maggio romeni, polacchi ecc. potranno votare con gli italiani solo se si iscrivono alle liste aggiunte. Cehan (Gazeta Românească): “La politica italiana non li ignori”

Roma – 24 gennaio 2014 – Il 25 maggio in Italia si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo, l’unica istituzione dell’Ue i cui membri vengono scelti direttamente dai suoi cittadini.

È un appuntamento al quale non sono chiamati solo gli italiani, ma anche i romeni, i polacchi e gli altri cittadini comunitari che risiedono regolarmente in Italia: almeno 1,4 milioni di persone, minori compresi, secondo le stime del Dossier Statistico Immigrazione.

I comunitari in Italia hanno due scelte. E una esclude l’altra. Possono votare, in genere attraverso la loro rete consolare, scegliendo partiti e candidati che si presentano nel loro Paese d’origine. Oppure possono andare alle urne insieme agli italiani e scegliere tra le liste presentate nel nostro Paese.

A chi ha deciso per il “voto italiano” è richiesto un passaggio preliminare: l’iscrizione a una lista elettorale aggiunta presso il Comune di residenza. Basta presentare una domanda presso l’ufficio elettorale (in alcuni comuni le accettano anche per posta, fax o email) entro il novantesimo giorno antecedente le elezioni. Il termine scade il prossimo 24 febbraio.

“Alle europee del 2009, 30 mila romeni si sono iscritti per le liste italiane, solo duemila hanno invece votato per le liste romene attraverso i consolati” ricorda Sorin Cehan, direttore del settimanale Gazeta Românească. “È una dimostrazione di attaccamento all’Italia e la spia della voglia di partecipazione della comunità”.

Quei 30 mila iscritti sono oggettivamente pochi rispetto al milione di romeni residenti in Italia. Sicuri che vogliano partecipare? “In realtà sono tanti se si considera che la politica italiana non ha mostrato alcun interesse per questi elettori, non ci sono state campagne mirate, nessun candidato ha pensato di rivolgersi a loro, di parlare anche di loro nei suoi programmi” risponde Cehan.

“Gli emissari dei partiti della madrepatria stanno già cercando il voto dei romeni all’estero. Speriamo che stavolta anche la politica italiana mostri più attenzione. Del resto – ragiona il direttore Gazeta Românească – cosa c’è di più europeo di un romeno che elegge un italiano perché lo rappresenti?”

Elvio Pasca
 

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