In un'Italia che cambia, che cresce anche grazie a chi arriva, il PD propone, nella giornata di incontro e confronto sull'immigrazione, una ricetta per farne "una risorsa da governare"
Roma, 17 marzo 2014 – Modificare la legge Bossi-Fini "ripensandola", rendere "prioritaria" la discussione su ius soli e ius culturae per riformare la legge di cittadinanza e garantire il diritto di voto nelle amministrative agli immigrati e fare in modo che i Cie non siano più "lager".
Sono stati questi i temi trattati sabato 15 marzo nella giornata di ascolto con enti e associazioni organizzata dal Partito Democratico "Immigrazione: una opportunità per l'Italia".
Punti chiave illustrati dal responsabile Welfare e Scuola, Davide Faraone: "L'immigrazione va vista come un'opportunità e non come un problema" e sulle politiche che la riguardano "siamo pronti a mediare con le altre forze politiche di governo". "L'ipotesi minima di modifica" della legge Bossi-Fini – prosegue Faraone – deve prevedere "la riduzione da 18 a 2 mesi della permanenza nei centri d'accoglienza, il prolungamento dei tempi di durata dei permessi di soggiorno per chi rinnova e l'abolizione della tassa sul permesso di soggiorno".
Ad oggi, questi i dati riportati, sono: "4.387.721 i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, pari al 7,4% della popolazione. Gli irregolari sono stimati in 294 mila unità. Le comunità immigrate "tendono a radicarsi sul territorio" e le "naturalizzazioni" nel 2012 sono state 65.383, con un incremento del 16% sul 2011".
Faraone ha ricordato che in Italia sono: "786 mila gli studenti stranieri ovvero i Nuovi Cittadini e corrispondono all'8,8% della popolazione scolastica; in un anno, dal 2012 al 2013 sono aumentati di 30.690 unità. Il 47% è nato in Italia, con punte del 96% fra gli iscritti alla scuola primaria". Occorre "garantire la cittadinanza – propone il responsabile Scuola del PD – a chi è nato in Italia da genitore regolarmente soggiornante da almeno 5 anni o completa almeno un ciclo scolastico".
"Gli stranieri occupati in Italia sono 2,5 milioni, i disoccupati 382 mila – prosegue – e, anche se la crisi economica ha colpito più gli stranieri che gli italiani, in condizioni di oggettiva difficoltà gli stranieri sono riusciti a contribuire con l'11% del Pil. Bisogna prevedere – ha sostenuto Faraone – una riforma organica sull'apertura ai flussi legali di lavoratori immigrati, come antidoto ai clandestini. In caso di aumento delle richieste d'assunzione di colf e badanti, ad esempio, la quota già fissata potrebbe essere superata e si potrebbero prevedere corsie agevolate per l'ingresso fuori quota di professori universitari, ricercatori e personalità di chiara fama nelle arti, scienze, spettacolo e sport".
"Servono anche liste di collocamento all'estero, a cui potranno iscriversi i lavoratori stranieri, che saranno tenute da consolati e organizzazioni internazionali convenzionate con lo Stato italiano. Occorre – ha concluso – estendere a un un anno la durata dei permessi di soggiorno in caso di licenziamento dell'immigrato, che però possieda adeguati mezzi di sussistenza".