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Fisco: 12.481 € è il reddito medio dichiarato dagli stranieri

Lombardia, Friuli e Piemonte le regioni in cui i redditi dichiarati sono più elevati. Fondazione Moressa: "Incidenza sarebbe più elevata se il lavoro sommerso venisse regolarizzato"

Roma, 22 agosto 2012 – In Italia uno straniero su due dichiara al fisco meno di 10 mila € e il reddito medio dichiarato ammonta a 12.481€, 7.367 € in meno di quanto dichiarato dagli italiani. Gli stranieri sono l’8,2% di tutti i contribuenti e dichiarano il 5,3% dei redditi nazionali. Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte sono le regioni in cui gli stranieri dichiarano i redditi più elevati.

Questi alcuni dei risultati di un’indagine realizzata dalla Fondazione Leone Moressa che, anticipando parte dei contenuti del Secondo Rapporto sull’Economia dell’Immigrazione che verrà presentato il prossimo ottobre a Venezia, ha analizzato le dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche in base al paese di nascita dei contribuenti per l’anno di imposta 2010 fornite dal Ministero delle Finanze.
 
41,6 miliardi di € è l’ammontare di reddito complessivamente dichiarato dai quasi 3,4 milioni di contribuenti nati all’estero. Ciò significa che, in termini percentuali, essi rappresentano l’8,2% dei contribuenti totali e certificano il 5,3% dell’intera ricchezza prodotta; dal 2005 il volume dichiarato e il numero di contribuenti sono cresciuti quasi nella stessa proporzione: +37,9% nel primo caso e + 36,8% nel secondo.

Differenze di genere: il 42,2% dei contribuenti nati all’estero è donna e contribuiscono per appena un terzo dei redditi degli stranieri. Esse infatti dichiarano mediamente appena 10mila €, contro i 14mila € degli uomini.

Tipologie dei redditi dichiarati: l’86,4% degli stranieri dichiara redditi da lavoro dipendente e assimilati, mentre appena il 19,2% compila anche la sezione del modello relativa ai terreni e fabbricati (quando per gli italiani si tratta dell’84,8%). In media si calcola come per i redditi da lavoro dipendente l’ammontare annuo si attesti a 12.260 €, quasi 6mila € in meno degli italiani.

Classi di reddito: la metà dei contribuenti nati all’estero dichiarano meno di 10mila €, mentre se si tratta di soggetti nati in Italia la percentuale scende al 33,8%. In termini di percentuali cumulate, il punto mediano della distribuzione dei redditi degli stranieri si posiziona nella classe da 0 a 10mila €, mentre per gli italiani, tra i 15mila e i 25mila €.

Provenienza: il Paese da cui proviene il maggior numero di contribuenti stranieri è la Romania: qui è nato il 18,1% di tutti i contribuenti stranieri, seguiti da Albania e Marocco. Ma se i primi dichiarano mediamente 9.100€, per i secondi si tratta di 11.900€ e per i terzi di 10.720€. In quanto al genere, la Moldavia è il paese che annovera la maggior percentuale di donne contribuenti (56,7%) che dal 2009 sono aumentate del 21,4%.

Differenze regionali: la presenza dei contribuenti nati all’estero è più alta nelle aree del Nord, più contenuta nel Mezzogiorno. Quasi il 20% dei dichiaranti stranieri si concentra in Lombardia seguito, distaccato di alcuni punti percentuali, da Veneto (11,1%), Emilia Romagna (10,8%) e Lazio (10,5%). Il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia si distinguono per la più elevata densità di contribuenti nati all’estero rispetto ai contribuenti totali. A guadagnare di più sono i contribuenti stranieri che vivono in Lombardia con quasi 15.000 € di reddito, seguiti a ruota dal Friuli Venezia Giulia (14.108 €), Piemonte (13.209 €) e Veneto (12.837 €). Ma è al Nord che si evidenziano i maggiori gap retributivi con gli italiani.
 
“La quantificazione dei contribuenti stranieri e dei redditi da loro dichiarati” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “permette di confermare ancora una volta come gli stranieri siano – e con ogni probabilità continueranno sempre più ad essere – una parte importante della struttura economica del nostro Paese. Studiare questo fenomeno significa comprendere come gli stranieri contribuiscano alla crescita complessiva dell’economia nazionale, non dimenticando come ci si potrebbe aspettare un’incidenza addirittura più elevata se solo il lavoro sommerso venisse regolarizzato: operazione, questa, a tutela degli immigrati, ma anche a beneficio dell’intera collettività.”

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