Il governatore: ”La Florida non può continuare a essere il paradiso degli immigrati illegali”
– Roma 12 agosto 2010 – Il ministro della Giustizia della Florida, Bill McCollum ha proposto l’introduzione di una riforma migratoria molto dura contro i clandestini, Una legge, a quando si apprende dall’ufficio di McCollum, ancora più dura di quella che lo Stato dell’Arizona ha approvato lo scorso aprile e che ha spaccato in due l’opinione pubblica americana.
McCollum, candidato repubblicano alla poltrona di Governatore dello Stato, ha sottolineato che ”la Florida non può continuare a essere il paradiso degli immigrati illegali”.
Con la sua proposta, gli agenti di Polizia avranno il dovere di controllare lo status di cittadinanza in ogni posto di blocco o nel corso di indagini su ogni tipo di reato. La Florida, soprattutto nella sua zona meridionale, è lo stato americano con il maggiore afflusso di immigrati provenienti dai Caraibi e dall’America Latina.
In Arizona invece, la legge prevede già la possibilità per la polizia di arrestare chiunque fosse sospetto di essere immigrato illegalmente e consente di considerare fuori legge chi gira senza permesso di soggiorno. Questa legge è stata recentemente depurata delle sue parti più dure dal giudice di Phoenix Susan Bolton.
A chiedere l’intervento della corte era stata la Casa Bianca sulla base che la legge violerebbe la costituzione americana e interferirebbe con l’autorità federale in materia.
Intanto sempre in Arizona è in programma per domenica mattina un raduno dei Tea Party per difendere il confine messicano e per sostenere la tanto discussa legge sull’immigrazione firmata dal governatore Jan Brewer.
"Cerchiamo di appoggiare il governatore Brewer, mentre il governo federale sta portando avanti una causa contro il diritto dell’Arizona di difendere la propria frontiera", ha spiegato Tom Selaty, vice presidente di "United we stand for Americans", uno dei gruppi dei Tea Party a organizzare il raduno.
Quello di domenica sarà il primo grande raduno dei Tea Party sul confine messicano, nonostante da sempre il movimento chieda pene più severe per coloro che attraversano la frontiera illegalmente.
Marco Iorio
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