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Forza Nuova sigilla l’ufficio immigrazione di Pesaro

Sul cancello il cartello “Chiuso per invasione”. Il movimento di estrema destra: “Insorgere contro il flagello”. Chaouki (Pd): “Gruppetti minoritari, ma pericolosi”.

Roma – 14 febbraio 2013 – Nastri di plastica bianchi e rossi e un cartello con su scritto "Chiuso per invasione". È così che alcuni militanti di Forza Nuova la scorsa notte hanno messo i “sigilli” al cancello dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Pesaro, pubblicizzando la loro azione con una nota che vomita odio contro gli immigrati.

“L’ immigrazione costituisce un pericolo enorme ed urgente, che va affrontato con rapidità e fermezza, risulta ormai drammaticamente evidente che una visione multiculturale e multirazziale della società non sia praticabile” denuncia il movimento di estrema destra, che cita gli episodi di cronaca nera “di cui sono protagonisti gli immigrati che invadono le nostre città” , e tira fuori il solito argomento della “corsia preferenziale” che sarebbe garantita “agli stranieri nell’assegnazione di alloggi popolari, posti di lavoro, posti all’asilo nido”.

Forza Nuova invoca quindi “rastrellamenti immediati ed espulsioni di massa per gli immigrati che hanno commesso atti criminosi sul territorio italiano; il blocco dei flussi migratori regolari; il potenziamento dei controlli sui confini attraverso l’esercito” e altro. Concludendo che “è ora di insorgere contro il flagello dell’immigrazione selvaggia”.
“Basta con la sottovalutazione pericolosa dei nuovi movimenti e partiti di chiara ispirazione neo fascista che richiamano con i loro slogan contro gli immigrati una campagna di tipo razzista e xenofobo” commenta Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del PD e candidato alla Camera.

“Sigillare l'ufficio immigrazione a Pesaro – sottolinea – richiamando alla pseudo invasione di immigrati è un segnale che si sta superando il limite di tolleranza di questi gruppetti minoritari ma pericolosi. Auspichiamo da parte di tutte le forze politiche una condanna netta di quello che è avvenuto a Pesaro, dove 5 milioni di lavoratori immigrati verrebbero trasformati in un facile capro espiatorio per la crisi in cui versa l'Italia e l'Europa”.
 

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