Il segretario del Pd: "Guai a inseguire la destra su sicurezza e immigrazione" Genova – 6 ottobre 2009 – La cittadinanza è un “grande e potente motore di integrazione”, non si deve diventare razzisti in nome della sicurezza e “guai a inseguire la destra” su terreno. Così il segretario del Partito democratico Dario Franceschini, in un “discorso ai nuovi italiani” pronunciato oggi al Museo Galata di Genova.
"Cittadini -ha detto Franceschini- si diventa perchè lo si vuole diventare, non perchè qualcuno te lo concede: la cittadinanza è un grande e potente motore di integrazione. Guardiamo con attenzione -ha precisato il leader del Partito democratico- ma anche con preoccupazione a quanto sta avvenendo su questo punto nella maggioranza”.
"Da un lato l’apertura intelligente maturata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, in linea con un profilo più moderno della destra europea. Dall’altro il prevalere di una ideologia che definisce la sua identità nella paura e nella chiusura. E che si esprime nella grettezza di un ministro della Repubblica che arriva a dire: non vorrei tra 5 anni trovarmi un presidente abbronzato".
Secondo Franceschini occorre "dire con chiarezza dei sì e dei no. E allora sì alla sicurezza, no al razzismo. Dobbiamo saper riconoscere la domanda di sicurezza che c’e’ nel nostro Paese e contrastare con decisione le infiltrazioni criminali che penetrano nel fenomeno dell’immigrazione. Dobbiamo dire sì al diritto delle donne di uscire la sera senza la paura delle violenze, al diritto degli anziani di andare a ritirare la pensione senza essere aggrediti o scippati. Ma dobbiamo dire no al razzismo, chiamandolo senza reticenze col suo nome".
Franceschini ha annunciato che il Partito democratico continuerà a chiedere il diritto di voto alle amministrative per gli immigrati, che tra l’altro hanno già votato alle primarie e potranno farlo anche il 25 ottobre. "Dobbiamo reagire -ha sottolineato il segretario del Pd- dobbiamo essere più netti e avere più radicalità, se a risultare mortificata è la dignità degli esseri umani che cercano qui da noi quella stessa speranza che cercavano, al di là del mare o appena fuori dai nostri confini, i nostri padri e i nostri nonni. Stiamo assistendo a cose vergognose. Gommoni e carrette del mare strapiene di donne, vecchi e bambini vengono lasciati alle deriva. Esseri umani indifesi vengono abbandonati a sé stessi, al loro destino".
Franceschini ha aggiunto: "Se abbiamo dato la sensazione che questa differenza sia meno forte di un tempo, siamo colpevoli e abbiamo sbagliato. E dobbiamo cambiare. Guai a inseguire la destra sul suo terreno. Guai a pensare che basti correggere le sue posizioni e mitigarle appena un po’. Dei sì e dei noi, questo dobbiamo dire. E in base a questo dovremo fare. E pazienza se qualcuno osserverà che così i consensi non arriveranno subito. E’ all’Italia che noi pensiamo. Agli italiani di oggi e di domani. Noi non permetteremo che l’Italia diventi un Paese razzista".
"Forse le cose che ho cercato di dire oggi – ha concluso Franceschini – non porteranno consenso, forse i sondaggisti me lo sconsiglierebbero, anzi me lo hanno sconsigliato: attento, l’immigrazione e’ un tema troppo spinoso per chi ha bisogno di raccogliere voti! Non mi interessa. Solo cambiando noi stessi riusciremo a cambiare il Paese. Io non rinuncerò mai a dire una cosa giusta per un sondaggio".