Lo stima l’assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca, Alessia Rosolen Udine, 20 marzo 2010 – Saranno 900 le unità complessive di lavoratori extracomunitari di cui avrà bisogno la regione Friuli Venezia Giulia per il 2010, meno di un terzo rispetto alle 3.000 richieste per il 2009. Di queste, 400 quote vengono richieste per lavoratori da adibire ad attività stagionali nei settori dell’agricoltura e del turismo i quali, a conclusione del periodo di lavoro, sono tenuti al rimpatrio. Ad affermarlo alla giunta del Friuli Venezia Giulia è stata l’assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca, Alessia Rosolen.
"Lo scorso anno – ha spiegato l’assessore – erano state assegnate alla regione, per lo svolgimento di tali mansioni, 700 quote e di queste ne sono state utilizzate solo 450. Proponiamo dunque di chiederne di meno, in modo da favorire le opportunità lavorative stagionali per i giovani del Friuli Venezia Giulia e per tutti gli altri lavoratori colpiti dalla crisi".
Per quanto attiene al fabbisogno di personale domestico e di cura della persona, l’assessore Rosolen ha proposto di chiedere al ministero del Lavoro 300 unità in tutto. Infine, l’assessore ha suggerito di richiedere 100 quote per lavoratori formati all’estero e altre 100 per la conversione del permesso di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti sul territorio.
Nel primo caso, risulta ci siano già una sessantina i lavoratori i quali, anche a spese della regione Friuli Venezia Giulia, che ha integrato con 60mila euro gli impegni economici assunti dallo Stato per 332mila euro, hanno seguito i corsi di istruzione e formazione nei loro paesi d’origine, ma non hanno potuto essere assunti dai datori di lavoro della regione per assenza di quote. Nel secondo caso, ha rilevato l’assessore, le quote a disposizione vengono utilizzate frequentemente da ricercatori o studenti non comunitari per accedere a un’occupazione lavorativa e rientrano pertanto nell’ambito dell’immigrazione altamente qualificata.