Fondazione Moressa: “Contribuiscono al 4,1% del gettito complessivo”
Venezia, 27 dicembre 2011 – Gli stranieri esborsano di Irpef quasi 6 miliardi di euro, versando al fisco 2.810 euro a testa. Sono 2,1 milioni e contribuiscono per il 4,1% del gettito complessivo nazionale. Ma tra tutti quelli che presentano la dichiarazione dei redditi, quelli che poi in realta’ pagano l’Irpef sono il 64,9%. Nella classifica regionale, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia le aree in cui e’ maggiore il peso della contribuzione straniera sul totale dell’Irpef pagato.
Questi, alcuni dei risultati di una ricerca realizzata dalla Fondazione Leone Moressa che ha elaborato i dati del Ministero delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2010.
I CONTRIBUENTI
In Italia i contribuenti nati all’estero che nel 2010 hanno pagato l’Irpef (ossia hanno avuto un imposta netta positiva) sono stati oltre 2,1 milioni di soggetti. La maggior parte di essi sono concentrati in Lombardia (20,9%), in Veneto (12,0%) e in Emilia Romagna (11,2%). Se si analizza il peso degli stranieri che hanno pagato l’imposta netta rispetto al totale dei contribuenti che hanno pagato l’Irpef, si nota come Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia siano le due regioni che mostrano la maggiore incidenza: in entrambe le aree su 10 soggetti che pagano le imposte sui redditi, 1 e’ straniero. Subito dopo si trovano regioni quali il Veneto (9,0%), l’Emilia Romagna (8,7%) e la Liguria (8,2%). Piu’ si scende verso Sud, minore e’ l’incidenza dei contribuenti stranieri.
IRPEF PAGATA
Complessivamente i contribuenti nati all’estero pagano come imposta netta un ammontare pari a quasi 6 miliardi di euro e contribuiscono al gettito Irpef complessivo per il 4,1%. A livello regionale, la Lombardia e’ quella che concentra il maggior valore assoluto di imposte pagate dagli stranieri: oltre 1,5 miliardi di euro, seguito dal Lazio (712 milioni) e dal Veneto (624 milioni). Se a livello nazionale gli stranieri contribuiscono per il 4,1% del gettito complessivo Irpef, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige la percentuale arriva, rispettivamente, al 7,1% e al 6,3%. Anche in questo caso nelle aree meridionali tale peso diminuisce. Se si rapporta l’ammontare complessivo dell’imposta netta rispetto al numero di contribuenti che e’ tenuto a pagarla, si perviene a determinare l’imposta netta media. I nati all’estero hanno pagato nel 2009 mediamente una cifra di 2.810 euro per contribuente, contro i 4.865 euro dei contribuenti nati in Italia. Gli stranieri che vivono in Lombardia e nel Lazio sono quelli che esborsano la cifra maggiore: si tratta, rispettivamente, di 3.600 euro e 3.410 euro.
QUANTI IN EFFETTI PAGANO L’IMPOSTA NETTA
Un indicatore interessante da analizzare e’ il confronto tra italiani e stranieri rispetto al rapporto tra il numero di contribuenti che pagano l’imposta netta e il numero di contribuenti totali che fanno la dichiarazione dei redditi. Questo indicatore permette di capire quanti contribuenti pagano effettivamente l’Irpef e quanti invece ne sono esentati a causa delle diverse e molteplici detrazioni. Per quanto riguarda i contribuenti nati all’estero la percentuale di coloro che pagano l’Irpef e’ del 64,9%, contro il 75,5% degli italiani. Questo significa che gli stranieri beneficiano, piu’ degli italiani, di detrazioni fiscali a causa principalmente del basso importo dei redditi stessi.
”Stranieri di nascita ma italiani di contribuzione. Gli stranieri che in Italia lavorano sono tenuti a pagare le tasse” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa ”ma il loro importo differisce da quanto pagato dagli italiani: i bassi livelli di reddito, quasi esclusivamente da lavoro dipendente, comportano un esborso per gli stranieri di poco meno di 3mila euro all’anno. Valori che aumentano nelle aree del Nord dove la presenza e la penetrazione degli stranieri nel mercato del lavoro e’ piu’ radicata. E’ ovvio che se il sistema riuscisse ad eliminare le sacche di illegalita’ che colpiscono anche i lavoratori stranieri, l’apporto degli immigrati alla finanza pubblica sarebbe certamente maggiore, contribuendo ad un’integrazione che passa anche per il pagamento delle tasse”.