Ogni euro investito in accoglienza si trasforma in due euro di crescita economica. Lo studio sull'”investimento umanitario”. “Il preconcetto più grave è pensare che i rifugiati siano un peso”
Roma -19 maggio 2015 – Basteranno cinque anni perchè i rifugiati arrivati in Europa lo scorso anno si trasformino in un ottimo investimento, ripagando le spese dell’accoglienza. Diventgeranno infatti forza lavoro, senza togliere il posto o abbassare gli stipendi agli europei, consumeranno beni e servizi, creeranno altri posti di lavoro e alimenteranno le casse pubbliche e quelle della previdenza sociale.
A dirlo è lo studio “Refugees Work: A Humanitarian Investment That Yields Economic Dividends“, pubblicato ieri da Open Political Economy Network e Tent Foundation. Tra e altre cose, dice che mentre tra il 2015 e il 2020 il debito pubblico aumenterà di 69 miliardi di euro, nello stesso periodo i rifugiati faranno cresce il Pil di 126,6 miliardi. “Ogni euro investito nell’accoglienza produrrà circa due euro di crescita economica nel giro di cinque anni”.
“Il preconcetto più grave e’ quello di pensare che i rifugiati siano un peso … e questo pregiudizio è condiviso persino dalle persone che sono in favore della loro accoglienza, che credono che sia giusto accoglierli anche se sono un costo”, ha spiegato a The Guardian Philippe Legrain, ex consigliere economico della Commissione europea e professore della London School of Economics, autore dello studio
Quello pregiudizio è smentito dai fatti. “Se infatti la prima ragione per far entrare i profughi è che fuggono dalla morte, una volta che arrivano possono contribuire alla crescita dell’economia” dice l’esperto. “Per dirla in modo semplice: non esiste un numero fisso di positi di lavoro cui attingere. I rifugiati che si prendono un lavoro, ne creano altri. Quando spendono grazie ai loro stipendi fanno crescere la domanda per la gente che produce beni e per i servizi di cui hanno bisogno”.
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REFUGEES WORK: A HUMANITARIAN INVESTMENT THAT YIELDS ECONOMIC DIVIDEND