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Il governo impugna la legge pugliese sull’immigrazione

Ricorso alla Corte Costituzionale contro le “Norme per l’accoglienza” che estendevano alcuni servizi agli irregolari. “Competenza statale”

Roma – 5 febbraio 2010 – Regolare l’immigrazione, anche clandestina, è compito dello Stato, non delle Regioni. È partendo su questo presupposto che ieri il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la legge sull’immigrazione approvata lo corso novembre dal consiglio regionale pugliese.

Le ”Norme per l’accoglienza, la convivenza civile e l’integrazione degli immigrati in Puglia” (legge regionale n.32/2009) riguardano in parte anche agli immigrati irregolari, estendendo loro alcuni servizi finora destinati a chi ha il permesso. Ad esempio, prevedono che anche gli irregolari possano scegliersi un medico di base.

“La Corte Costituzionale ha più volte dichiarato che la disciplina e le agevolazioni sul soggiorno degli stranieri che dimorano irregolarmente nel territorio nazionale incide sulla materia del diritto di asilo, della condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea e, più in generale, dell’immigrazione, riservata allo Stato ai sensi dell’art.117, comma 2, lett. a) e b) della Costituzione” si legge in una nota del ministero degli Affari regionali, che ha proposto l’impugnazione.

Con le stesse argomentazioni sono state portate davanti alla Consulta le leggi sull’immigrazione varate da Toscana e Marche. Nel primo caso, il ricorso è ancora pendente, nel secondo è statao ritirato perché intanto le Marche hanno abrogato le norme censurate dal governo.

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“Sanità pubblica anche per gli irregolari”

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