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Il sindaco di Azzano: “Via gli immigrati poveri”

Dopo l’”anti – burqa”, il primo cittadino leghista dice “no” agli stranieri che chiedono sussidi e aiuti. Un’ordinanza minaccia il loro permesso di soggiorno

Pordenone – 24 gennaio 2008 – Nessuna tregua per gli immigrati del Nord est. Gli amministratori leghisti si alternano nel dare vita a norme volte a diminuirne la quota.

Ieri è stata la volta di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, dove gli stranieri poveri rischiano di non poter più risiedere. Il sindaco Enzo Bortolotti ha emesso un’ordinanza che dispone la segnalazione alla Questura di chi chiede aiuti e sussidi agli enti pubblici. Un sistema che, nelle intenzioni del primo cittadino, dovrebbe precludere agli interessati il rinnovo del permesso di soggiorno.
 
A ispirare Bortolotti, che è anche segretario provinciale della Lega Nord, sono due risoluzioni dell’Unione Europea – la 109 del 2003 e la 38 del 2004 – le quali prevedono che, nel caso di “accertato sopravvenuto stato di bisogno di cittadini stranieri”, si programmino gli aiuti unicamente per il tempo strettamene necessario a risolvere la fase dell’emergenza, per poi provvedere alla revoca del titolo di soggiorno. Terminata la fase dell’assistenza – sempre secondo le risoluzioni citate da Bortolotti – lo straniero dovrà abbandonare il territorio nazionale se non autorizzato per altro titolo.
 
Il sindaco leghista, noto per aver emesso un anno e mezzo fa una contestata ordinanza “anti-burqa”, e per aver promosso “Ronde padane” nel pordenonese, ha spiegato che i cittadini stranieri che chiederanno sussidi al Comune “saranno subito segnalati alla Questura”. “Dunque – ha sottolineato Bortolotti – se non vorranno correre rischi non potranno più sollecitare aiuto per l’affitto, l’assistenza sanitaria e sociale o gli alimenti. Ho già inviato una e-mail a tutti i sindaci della Regione Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto – e speriamo che molti seguano il nostro esempio”.
 
L’ordinanza è vista da Enzo Bortolotti come “la logica conseguenza dei comportamenti e delle decisioni assunte negli ultimi mesi, come quella precedente anti-sbandati”. La decisione del sindaco è stata già sottoposta ad alcune consulenze di avvocati, i quali – ha riferito lo stesso Bortolotti – non hanno dubbi sulla legittimità del provvedimento. “I cittadini stranieri che vengono da noi senza prevedere di trovarsi un lavoro con il quale essere in grado di mantenersi e di assicurare dignitosa permanenza a sé e alle loro famiglie – ha detto Bortolotti – se ne devono andare. Lo prevede la legge comunitaria che noi – ha concluso – intendiamo applicare rigidamente”.
 
Intanto Cittadella, dice “no” alle case affollate e pretende 14 metri quadri a inquilino. Il Comune padovano famoso per aver inaugurato il provvedimento “anti sbandati”, torna a integrare quell’ordinanza con un paragrafo che di fatto proibirà agli immigrati di affollare gli alloggi in cui sono ospitati dai connazionali. “Integrerò l’ordinanza di novembre con un parametro di metri quadri minimi per persona – ha spiegato ieri il sindaco Massimo Bitonci – sulla base della normativa regionale che prevede che negli appartamenti fino a 38 metri quadri non possano risiedere più di due persone e che per ogni persona in più ci siano almeno 14 metri quadri disponibili in aggiunta”.
 
Bitonci ha anche annunciato che nelle prossime settimane incontrerà il questore di Padova a cui proporrà l’istituzione di un database degli stranieri “ospitati” da concittadini, uno strumento tramite cui la Polizia possa controllare il fenomeno. “Molti immigrati – ha spiegato – ottengono il permesso di soggiorno valido tre mesi ospitati da altri connazionali e poi non se ne vanno. L’aspetto sconcertante sta nel fatto che la legge prevede la comunicazione alla questura competente solo al momento dell’arrivo senza specificare la durata del soggiorno, rendendo di fatto impossibile qualsiasi controllo”. 
 
Antonia Ilinova 
 

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