Sono 250mila. Unioncamere: "Modello di integrazione tutto italiano, centrato sul valore del territorio e della piccola impresa"
Roma – 2 settembre 2009 – La difficile congiuntura economica non ferma la voglia di impresa degli immigrati.
Le aziende individuali intestate a piccoli imprenditori extracomunitari sono ormai quasi 250mila, il 7,3% del totale. “La loro vitalità appare piuttosto sostenuta, sebbene le difficoltà del momento si facciano sentire” sottolinea Unioncamere, che oggi ha pubblicato i dati aggiornati al 30 giugno scorso.
Nel periodo aprile-giugno, infatti, le nuove imprese aperte sono state 9.915 (753 in meno rispetto allo stesso periodo del 2008), mentre 5.789 sono state quelle che hanno chiuso i battenti (744 in più dell’anno scorso). Il saldo del trimestre è risultato pertanto pari a 4.126 unità in più rispetto alla fine di marzo (l’anno scorso era stato di 5.623), corrispondente ad una crescita relativa dello stock di queste imprese del +1,7%, significativamente superiore al dato medio nazionale riferito alle imprese individuali (+0,25%).
Marocchini (46834, il 19% del totale), cinesi (33609, 13,6%) e albanesi (26685, 10,8%) guidano al classifica per nazionalità, mentre i settori di attività più gettonati sono il commercio (106.719 aziende, il 43,2% del totale) e le costruzioni (67.310, 27,2%). In termini assoluti, le presenze più consistenti si registrano in Lombardia (46.032 imprese), Toscana (26.323) ed Emilia Romagna (25.188), mentre per incidenza di imprese extraue sul totale in testa c’è la Toscana (11,83%), seguita da Lombardia (10,64%) e Liguria (10,08%).
“L’impresa è uno strumento fortissimo di promozione e di aggregazione sociale, e lo è ancora di più quando ad esserne protagonisti sono dei cittadini immigrati, venuti qui per lavorare e mettere a frutto le proprie abilità nel rispetto delle regole e confrontandosi con correttezza sul mercato” ha commentato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello
“A questi piccoli e coraggiosi imprenditori non dobbiamo far mancare l’appoggio indispensabile delle istituzioni, perché con le loro iniziative possono dare un contributo importante all’affermazione di un modello di integrazione tutto italiano, centrato sul valore del territorio e della piccola impresa”.