“Mia nonna puliva le case degli altri, mia madre si è laureata e ha lottato per i diritti civili, per questo io oggi ho in mano un microfono e non una scopa”. ‘ L”ncredibile viaggio” di una famiglia di origini messicane infiamma la convention dei Democratici
Roma – 5 settembre 2012 – Sua nonna era un’immigrata messicana che puliva le case degli americani, lui ha tenuto ieri il discorso principale, il cosiddetto “keynote address”, alla convention dei Democratici a Charlotte che lancerà ufficialmente la corsa di Barack Obama alla rielezione.
C’è tutto l’American dream nella storia familiare di Julian Castro, trentottenne sindaco della città di san Antonio, gemello di un senatore al congresso del Texas. “Sono un giovane americano, un americano fiero” ha esordito, aggiungendo però subito dopo che “l’incredibile viaggio che mi ha portato qui è iniziato molte miglia lontano da questo palco”.
Castro ha parlato di sua nonna, un’orfana che arrivò a san Antonio dal Messico da ragazza, senza aver finito la scuola superiore. “Passò l’intera vita lavorando come domestica, cuoca e babysitter, riuscendo a mala pena a risparmiare, ma continuando a lavorare duro per dare a mia madre, la sua unica figlia, un’opportunità nella vita, cosicché mia madre potesse darne a me e a mio fratello una migliore”.
“La storia della mia famiglia – ha però sottolineato l’a nuova stella dei democratici – non è speciale. È speciale l’America che ha reso la nostra storia possibile. La nostra è una nazione unica, un posto dove grandi viaggi possono essere fatti in una sola generazione. Non importa chi sei o da dove vieni, la strada è sempre aperta”. Questo grazie a un “investimento nelle opportunità”.
L’esponente democraico ritiene però che davanti alle storie di successo individuale, mitizzate dai repubblicani, bisognerebbe però chiedersi “come moltiplicare quel successo?”. Barack Obama avrebbe già mostrato di perseguire questo obiettivo, ad esempio “liberando dall’ombra dell’ espulsione una generazione di giovani immigrati rispettosi della legge” (un riferimento alla regolarizzazione avviata il mese scorso dal governo), perché “non bisogna gettare via nemmeno un’oncia di talento”.
L'”American dream – ha concluso Castro- non è uno sprint e nemmeno una maratona, ma una staffetta. Le nostre famiglie non arrivano sempre al traguardo nello spazio di una generazione. Ogni generazione passa però alla successiva i frutti del suo lavoro”.
E la sua è una storia esemplare. “Mia nonna non comprò mai una casa. Lavò le case degli altri per pagarsi l’affitto della sua. Ma vide sua figlia diventare la prima in famiglia a diplomarsi al college. E mia madre lottò tanto duramente per i diritti civili che io, al posto di una scopa, ho in mano questo microfono”.
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Elvio Pasca