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Lavoro in Ue. Stop alle discriminazioni, in arrivo nuove regole per la mobilità

L'obiettivo delle nuove regole proposte dalla Commissione Ue intendono migliorare nella pratica l'applicazione dei diritti connessi alla libera circolazione dei lavoratori ed evitare così la discriminazione dei lavoratori in base alla nazionalità

BRUXELLES, 27 aprile 2013 – Rendere piu' facile lavorare in un altro paese Ue, favorendo la mobilita' all'interno dell'Europa senza discriminazioni.

E' l'obiettivo delle nuove regole proposte dalla Commissione Ue, che intendono migliorare nella pratica l'applicazione dei diritti connessi alla libera circolazione dei lavoratori ed evitare cosi' la discriminazione dei lavoratori in base alla nazionalita'. Al momento, infatti, vi e' poca consapevolezza dei diritti da parte anche dei datori di lavoro sia pubblici che privati.

Con la nuova proposta, che dovra' ora essere discussa da Parlamento e Consiglio Ue, tutti i paesi europei dovranno mettere in piedi punti di contatto nazionali che forniscano informazioni, assistenza e consulenza ai lavoratori provenienti da un altro stato membro. Inoltre avranno l'obbligo di fornire mezzi adeguati di ricorso a livello nazionale, consentendo a sindacati, ong o altre organizzazioni di avviare procedimenti a nome dei lavoratori immigrati vittime di discriminazione.

I paesi saranno anche tenuti a informare meglio datori di lavoro e lavoratori migranti nell'Ue. Alla luce anche dell'attuale crisi, ''la mobilita' del lavoro e' una soluzione vincente per tutti, sia per gli Stati membri, che ne traggono beneficio, che per i lavoratori'', ha sottolineato il commissario agli affari sociali Lazslo Andor nel presentare le misure che di fatto concretizzano meglio norme Ue gia' esistenti, sottolineando che ''lavorare in un altro stato membro deve essere facile come lavorare nel proprio''.

Bruxelles, ha avvertito Andor, si pone contro ''qualunque percezione sbagliata o nel peggiore dei casi tendenze xenofobe'', che mirano a ''minare questa liberta' fondamentale'' che e' la libera circolazione dei lavoratori.

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