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Lega: “No all’assistenza sanitaria ai clandestini”

La Puglia decide di non far pagare agli irregolari le medicine, mentre in Friuli vogliono chiudere gli ambulatori che li curano 

Roma – 29 luglio 2009 – La Lega friulana vuole sospendere l’assistenza sanitaria ai clandestini. È pronta a presentare esposti alle Procure della Repubblica per chiedere la chiusura degli ambulatori dove attualmente viene loro assicurata. Autore dell’iniziativa è il capogruppo del Carroccio in Consiglio Regionale, Danilo Narduzzi, che ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale alla Sanità, Vladimir Kosic, in discussione nel ”question time” di oggi. La decisione di rivolgersi alla magistratura – anticipata dal Piccolo – è stata presa dalla Lega per accelerare il chiarimento sulla legittimità dei servizi sanitari erogati in Friuli Venezia Giulia agli immigrati irregolari.

Si tratta di quattro strutture, gestite dalla Caritas attraverso convenzioni con le Aziende Sanitarie, nelle quali le prestazioni mediche vengono erogate in maniera anonima agli immigrati utilizzando il codice Stp (straniero temporaneamente presente). Gli ambulatori si trovano nei quattro capoluoghi di provincia: a Trieste, nel Distretto Sanitario di via Nordio; a Udine, nell’ospedale ”Gervasutta”; a Pordenone, nell’ospedale ”Santa Maria degli Angeli”; a Gorizia, nell’ospedale di via Vittorio Veneto.

Narduzzi insiste sul fatto che esse sono incompatibili con il reato di ”soggiorno illegale nel territorio dello Stato”, introdotto di recente, per cui devono essere chiuse. Nei giorni scorsi, le Aziende Ospedaliera e Sanitaria di Pordenone avevano tentato di chiudere uno di questi ambulatori (in attività nell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone), ma il sindaco della città, Sergio Bolzonello (Pd), si era opposto dicendo che "chiudendo questi ambulatori molti immigrati non si rivolgeranno più al Sistema sanitario, tenendosi le proprie malattie in casa e diffondendole poi nel territorio”. 

Alla drastica iniziativa leghista ovviamente non sono mancate critiche e opposizioni. L’europarlamentare Debora Serracchiani si prepara a ”una fermissima vigilanza e ogni passo conseguente, fino alla Corte dei Diritti dell’Uomo”. Secondo Serracchiani, ”proprio quando le organizzazioni internazionali alzano il livello di attenzione ai rischi sanitari, lo zelo ideologico fa giungere qualcuno ai limiti all’autolesionismo, al punto da non capire come sia pericoloso per tutta la comunità regionale lasciare senza cure i soggetti potenzialmente più a rischio”. ”Spero – dice l’eurodeputata – che dal Friuli Venezia Giulia non partirà l’attacco contro i diritti garantiti dalla Costituzione Italiana e dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea che sanciscono la tutela della salute come diritto di ogni individuo e come interesse della collettività”.

”Esprimendosi in relazione al pacchetto sicurezza, il commissario europeo Barrot ha già chiarito – ricorda Serracchiani – che le obbligazioni comunitarie devono essere applicate nello stretto rispetto dei diritti fondamentali che fanno parte dei principi generali del diritto comunitario”. ”Non c’è crociata leghista che tenga – sottolinea -, da qui non si deroga e se necessario, anche per difendere la salute dei nostri corregionali, chiederemo l’apertura di una procedura di infrazione per violazione dei diritti umani”.

Ma non tutto il mondo è Paese e non tutta l’Italia è uguale. Perché nelle stesse ore in cui la Lega partiva di nuovo all’attacco contro gli immigrati clandestini, la giunta regionale pugliese stabiliva che, indipendentemente dall’età, sono esenti dalla compartecipazione alla spesa farmaceutica tutti i cittadini stranieri extracomunitari nelle categorie Stp (straniero temporaneamente presente), Eni (europeo non in regola), rifugiati politici o con protezione umanitaria presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno e privi di risorse economiche. E dunque – come fa sapere la Regione Puglia con il provvedimento varato ieri – le Ausl regionali dovranno presto disporre il rilascio dei relativi certificati di esenzione per tutti i cittadini stranieri extracomunitari che ne faranno richiesta.

Antonia Ilinova

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