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Maroni: “Arrivare anche a espellere comunitari”

"Sarkozy ha ragione ma non è una novità" Roma, 23 agosto 2010 – "Sarkozy ha ragione ma non e’ certo una novita’. Anche l’Italia usa da anni la tecnica dei rimpatri assistiti e volontari. Nel 2007, proprio con i rom, uso’ questa strada pure il sindaco di Roma, che non era Jean-Marie Le Pen ma Walter Veltroni. E figuriamoci se allora qualche professionista dell’antirazzismo si sogno’ di gridare allo scandalo".

Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni in un’intervista. Per il ministro Maroni e’ arrivato il momento di fare un passo in piu’ per arrivare "alla possibilita’ di espellere anche i cittadini comunitari". "Espulsioni come per i clandestini, non rimpatri assistiti e volontari. Naturalmente – precisa Maroni – solo per chi viola la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro: reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita. Molti rom sono comunitari ma non rispettano nessuno di questi requisiti".

"Durante la discussione per il pacchetto sicurezza fu proprio l’Italia a chiedere a Bruxelles la possibilita’ di attivare questa procedura. Ma il commissario Jacques Barrot, francese, rispose di no: in base al principio di proporzionalita’, disse, l’unica sanzione possibile per un comunitario e’ l’invito ad andarsene, che serve a ben poco.

Ma adesso torneremo alla carica. Il 6 settembre ne discuteremo a Parigi in un incontro con i ministri dell’Interno di diversi Paesi europei", annuncia il ministro Maroni nel corso dell’intervista al Corriere della Sera quando gli viene ricordato che l’Unione Europea vieta l’espulsione dei comunitari. E sulla legge Bossi-Fini: "il presidente della Camera non ha rinnegato il principio fondamentale di quel testo: in Italia – sottolinea Maroni – entra solo chi ha un lavoro mentre prima poteva entrare anche chi diceva che un lavoro lo stava cercando, magari con l’aiuto di uno sponsor. Fini propone tante cose che non condivido: il voto agli immigrati, la riduzione dei tempi per avere la cittadinanza, adesso par di capire che si buttera’ sul matrimonio gay. Ma almeno su quel punto non ha fatto marcia indietro", conclude il ministro dell’Interno Maroni.

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