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Maroni: “Prima di approvare i decreti legislativi sull’immigrazione, chiedo parere Ue”

Se la Commissione da l’ok, a settembre l’adozione definitiva

Roma – 1 agosto 2008 – Non un’approvazione definitiva, che arriverà a metà settembre, ma una ulteriore riflessione sui decreti legislativi in materia di immigrazione adottati dal governo: i testi, infatti, saranno ora affidati alla "verifica informale" della commissione Ue. Ad annunciarlo al termine del Consiglio dei ministri è stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

I tre decreti legislativi in materia di immigrazione affrontano le questioni del riconoscimento e revoca dello status di rifugiato; il diritto al ricongiungimento familiare; il diritto dei cittadini Ue di circolare e soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri. "Il testo è stato adottato, ma su mia richiesta non c’è stata approvazione definitiva, perchè vista la rilevanza degli argomenti – ha spiegato Maroni – manderemo il testo alla Commissione Europea per dargli la possibilità di valutarlo in modo informale e suggerire eventuali proposte. Se non ci saranno modifiche sarà approvato a metà settembre".

“Si tratta di materie delicate – ha voluto sottolineare il titolare del Viminale -, su cui il Cdm ha discusso le modifiche proposte delle Camere, e alla fine ha approvato un testo finale che recepisce tutte le proposte, tranne una che riguarda i limiti di reddito che devono avere coloro per i quali viene chiesto il ricongiungimento familiare: abbiamo attenuato la richiesta della Camera".

“L’invio alla Commissione Ue per una verifica informale è una "procedura anomala – ha ribadito il ministro dell’Interno -, ma la delega scade ad ottobre-novembre, e quindi abbiamo ancora un paio di mesi per chiudere il testo. Ho concordato la procedura con l’opposizione, ho sentito il collega-ombra del Pd Marco Minniti, che ha ritenuto assai utile questa iniziativa, per cui procederemo all’adozione definitiva se non ci saranno richieste di modifica da parte della commissione, al Cdm di metà settembre".

I tempi saranno più lunghi invece nel caso in cui "la Commissione riterrà di intervenire su alcuni aspetti, quali ad esempio il termine in cui un cittadino Ue può essere trattenuto in un centro essendo impossibile la sua immediata espulsione (attualmente è 48 ore ma la Camera propone 15 giorni)". "Ci è sembrato opportuno che ci fosse questa verifica informale da parte della Commissione – ha concluso Maroni -. Con il commissario Barrot e con la Commissione c’è un ottimo rapporto di collaborazione, diversamente da altri consigli. Anche per questo ho proposto questo invio preliminare e Barrot si è detto lieto di questa decisione".

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