Il Consiglio territoriale dell’immigrazione chiede una proroga del permesso. Paolini (Uil) "Salvare i lavoratori e non sprecare professionalità e risorse"
Roma – 24 febbraio 2010 – La crisi colpisce tutti lavoratori, ma per quelli stranieri ha un’insidia in più. Gli immigrati senza lavoro non possono infatti più rinnovare il permesso di soggiorno e a quel punto le strade sono due: tornarsene in patria o, come accade nella maggior parte dei casi, rimanere qui come clandestini.
L’anno scorso alcune Questure hanno cercato di arginare il problema, prorogando i permessi di chi cercava lavoro, ma queste iniziative sono state bloccate dal ministero dell’Interno. Una circolare ha infatti ribadito che il “permesso per attesa occupazione” può durare al massimo sei mesi, scaduti i quali chi è senza un posto non ha più il diritto di vivere in Italia.
Milano ora ci riprova, con una risoluzione su “crisi e permessi di soggiorno” proposta da Cgil, Cisl e Uil e approvata ieri all’unanimità dal Consiglio territoriale dell’Immigrazione in Prefettura, dove siedono rappresentanti di enti locali, imprenditori, lavoratori e associazioni.
Il testo chiede al governo più tempo per i lavoratori stranieri inseriti nei “percorsi di Politiche Attive”, la serie di interventi (corsi di formazione e riqualificazione, tirocini, orientamento ecc.) previsti per chi ha perso il posto. In particolare, il permesso per lavoro non dovrebbe scadere durante il percorso, dopodiché, chiede il Consiglio, andrebbe rilasciato un permesso per attesa occupazione per un periodo superiore agli attuali sei mesi.
"Oggi una persona iscritta a un corso si vede scadere il permesso senza avere la possibilità di rinnovarlo. A quel punto deve abbandonare il corso e diventa clandestina. È un grande spreco di professionalità, ma anche di risorse impiegate per organizzare la sua riqualificazione e il reinserimento di questi lavoratori" dice Pierluigi Paolini, responsabile immigrazione della Uil Milano e Lombardia.
"Il prefetto Gian Valerio Lombardi ha definito utile la nostra proposta e la porterà all’attenzione dei ministri dell’Interno e del Lavoro" aggiunge Paolini. Intanto, i sindacati pensano di aprire anche un altro fronte: "Vogliamo che l’indennità di disoccupazione sia considerata come un reddito utile al rinnovo del permesso".
Secondo le stime di Cgil, Cisl Uil, tra Milano e Provincia ci sono fino a trentamila lavoratori stranieri che, dopo aver perso il posto, rischiano il permesso di soggiorno. Un’emergenza che richiede interventi straordinari da parte del governo, se si vuole lottare contro clandestinità e sommerso.
Elvio Pasca