Un rapporto dell’organizzazione umanitaria rivela le violazione dei diritti di bambini e adulti nei porti dell?Adriatico. "Rispediti verso condizioni spaventose"
Roma – 22 gennaio 2013 – Ogni giorno, violando le sue stesse leggi, l’Italia respinge in Grecia nel giro di poche ore dai porti di Ancona, Bari, Brindisi, Venezia minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo.
È la denuncia dei Human Rights Watch, che ha pubblicato oggi il rapporto “Restituiti al mittente: Le riconsegne sommarie dall’Italia alla Grecia dei minori stranieri non accompagnati e degli adulti richiedenti asilo”. Quarantacinque pagine che documentano, attraversano le testimonianze di bambini e adulti, la mancanza di screening appropriati a identificare le persone bisognose di protezione nelle procedure della Polizia di frontiera italiana nei porti adriatici.
“Ogni anno centinaia di persone rischiano la morte o menomazioni nascondendosi sotto camion e macchine imbarcate sui traghetti che attraversano l'Adriatico”, ha detto Judith Sunderland, ricercatrice senior per l'Europa occidentale di Human Rights Watch. “Troppo spesso l'Italia li rispedisce immediatamente verso la Grecia, ignorando le condizioni spaventose che incontreranno là”.
Affidati ai capitani dei traghetti commerciali, denuncia HRW, adulti e anche bambini vengono detenuti in celle improvvisate o nelle sale macchine delle navi durante il viaggio di ritorno in Grecia, a volte senza ricevere cibo decente. Una volta ritornati in Grecia, i bambini migranti non accompagnati e i richiedenti asilo, come tutti i migranti, sono esposti agli abusi delle forze dell'ordine, a condizioni di detenzione degradanti, e a un ambiente ostile pervaso di violenza xenophoba.
Ali M., un ragazzo afgano che aveva 15 anni quando è stato rispedito dall'Italia al porto greco di Igoumenitsa nel marzo 2012, ha raccontato che la polizia greca lo ha portato in un luogo di detenzione nei pressi del porto dove lo ha tenuto rinchiuso in condizioni squallide senza cibo decente per oltre due settimane insieme ad adulti sconosciuti.
Le leggi italiane e internazionali proibiscono l’allontanamento dei bambini migranti non accompagnati a meno che si determini che sia nel loro migliore interesse. Ciononostante, HRW ha incontrato 13 bambini di età comprese fra 13 e 17 anni che dicono di essere stati rimpatriati sommariamente verso la Grecia. A nessuno di loro era stato concesso un tutore o l'assistenza dei servizi sociali, come invece previsto dalle leggi italiane internazionali.
Solo uno dei ragazzi intervistati da Human Rights Watch ha detto che era stato sottoposto a una qualche forma di procedura di determinazione dell'età, che nel suo caso si era limitata a una radiografia del polso. Ali M., per esempio, è stato rimpatriato senza che ne venisse determinata l'età: “ho detto loro che avevo 15 anni, non mi hanno ascoltato. Mi hanno messo in biglietteria e poi sulla nave”.
Prove schiaccianti dei problemi cronici del sistema di asilo e delle condizioni nei luoghi di detenzione in Grecia hanno portato a sentenze storiche delle corti europei per ostacolare le riconsegne a quel Paese eseguite in base al regolamento Dublino II, che in generale prevede che ogni domanda di asilo venga esaminata dal primo Paese di ingresso nell'Unione Europea. Numerosi Paesi dell'UE hanno conseguentemente sospeso i ritorni verso la Grecia.
L'Italia non ha sospeso i “trasferimenti Dublino” verso la Grecia ma afferma di prendere in considerazione il rischio di abusi quando ne contempla la possibilità. Le riconsegne sommarie eseguite nei porti, sottolinea il rapporto, contraddicono questa politica.
La maggioranza degli intervistati ha detto di non avere potuto esprimere il loro desiderio di avanzare domanda di asilo, e cinque di loro che lo hanno potuto fare nei porti hanno raccontato di avere visto la loro richiesta ignorata dai funzionari della Polizia di frontiera. Secondo la Polizia di frontiera diBari, solo a 12 dei quasi 900 migranti irregolari scoperti al porto fra il gennaio 2011 e il giugno 2012 è stato concesso di rimanere in Italia.
“Alcuni richiedenti asilo possono scegliere di non richiedere asilo, una volta in Italia, anche se gliene venisse data la possibilità, perché vogliono viaggiare verso altri Paesi dove credono che le prospettive di integrazione e di ottenere protezione siano migliori”, afferma Sunderland, “ma quelli che vogliono avanzare domanda di asilo non devono essere rispediti al mittente”.
La Corte europea dei diritti umani dovrebbe presto emettere una sentenza sul caso Sharife et al. contro l'Italia e la Grecia, riguardante la riconsegna sommaria, avvenuto nel 2009, di 25 adulti e 10 bambini che sostengono che il ritorno fosse in violazione del loro diritto alla vita e alla protezione contro la tortura e i maltrattamenti e a un ricorso effettivo. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks e il Relatore speciale dell'ONU per i diritti dei migranti François Crépeau, hanno raccomandato all'Italia di sospendere con urgenza i rimpatri sommari verso la Grecia.
Intanto, Human Rights Watch rivolge una serie di raccomandazioni all’Italia:
• Sospendere immediatamente le riconsegne sommarie verso la Grecia;
• Assicurarsi che chiunque, raggiunta l'Italia, affermi di essere un minore non accompagnato venga accolto sul territorio italiano, gli siano dati accesso a un adeguato processo di determinazione dell'età e le adeguate tutele;
• Condurre screening degli adulti appropriati, atti a identificare tutti quelli che abbiano bisogni speciali di protezione, siano in particolare condizione di debolezza o esprimano il desiderio di chiedere asilo;
• Assicurarsi che le organizzazioni non governative autorizzate abbiano accesso completo e senza limiti a tutti i migranti, in modo che esse possano fornire tutela legale e assistenza ai migranti;
• Garantire che a tutte le compagnie di navigazione che operano tra la Grecia e l'Italia abbiano delle chiare linee guida per il trattamento umano e sicuro dei clandestini scoperti a bordo e di quelli riportati in Grecia.