Le forze guidate dal premier presentano il loro programma sull’immigrazione. “I nuovi italiani sono una risorsa immensa, incoraggiare la loro permanenza”
Roma -14 febbraio 2013 – Dopo il silenzio iniziale, la lista Monti aggiorna il suo programma, inserendovi un’articolata serie di proposte dedicate agli stranieri in Italia. Anzi, ai “nuovi italiani”, un”’immensa risorsa del sistema paese”, come si legge nell’ Agenda Immigrazione appena pubblicata dalla coalizione capeggiata dal premier.
“L’approccio culturale, politico e governativo degli ultimi 15 anni ha considerato l’immigrazione come un’emergenza continua e/o un problema di sicurezza. Non si è pensata, ragionata, prevista una politica di lungo respiro per favorire l’inserimento di questi nuovi cittadini provenienti da oltre 190 paesi” si legge nell’Agenda.
La crisi economica ha frenato gli ingressi, ma c’è anche un “numero non precisato di immigrati” che lascia l’Italia verso altre mete europee. L’Italia, insomma, sembra aver perso attrattiva, invece è “necessario incoraggiare la permanenza degli immigrati che sono presenti da più anni e che hanno già compiuto un percorso di integrazione nel Paese”.
La prima riforma proposta dall’Agenda riguarda l’acquisizione della cittadinanza italiana, per la quale si guarda ai principi dello ius soli temperato, e, come lo chiama Andrea Riccardi, dello ius culturae: “attribuzione alla nascita per i figli degli immigrati soggiornanti da almeno cinque anni e attribuzione alla conclusione di un ciclo di studi per chi giunge in Italia durante la minore età o è nato in Italia da immigrati soggiornanti di breve periodo”. Per gli adulti, cittadinanza per residenza allineando i tempi alle “altre legislazioni europee”.
Serve poi una “revisione profonda” del Testo Unico sull’Immigrazione. Le procedure di ingresso ed espulsione “ continuano a non funzionare, come dimostrato anche dalle periodiche emersioni di irregolarità”. È quindi necessario “superare il sistema delle quote”, con “procedure personalizzate, che garantiscano la stabilizzazione di quegli immigrati che, entrati regolarmente con permesso temporaneo, dimostrino di aver trovato lavoro e un alloggio dignitoso” .Con “procedure di ingresso realistiche sarà possibile contrastare in modo efficace la permanenza irregolare”.
Nel programma rientra anche una “legge organica per il diritto di asilo” , e una riorganizzazione del sistema di accoglienza. Bisogna adeguarsi “alla normativa europea, nel rispetto del divieto di refoulement”, ma anche garantire l’inserimento sociale dei rifugiati, predisponendo un “piano nazionale d’integrazione”.
Il piano nazionale di integrazione servirà anche a sostenere “l’inclusione sociale, con particolare attenzione alle seconde generazioni”, per le quali si punta sull’istruzione e su un “efficace sostegno nei percorsi di studio”. La scuola pubblica deve però garantire scorsi pomeridiani e serali anche agli adulti. Sul territorio, di concerto con gli enti locali, va promosso un”sistema di bandi per progetti di promozione dell’inclusione sociale”.
Un punto importante del programma riguarda poi la “partecipazione degli immigrati alla vita sociale e politica del paese”, che va favorita anche portandoli alle urne e permettendo loro di diventare amministratori locali. Si vuole infatti riconoscere “a coloro che siano stabilmente residenti il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative locali e regionali”.
Per quanto riguarda i rom, l’Agenda propone di rimanere nel solco del “percorso positivo inaugurato dal Governo Monti per la Strategia Nazionale di Inclusione”. E per “contrastare il razzismo e ogni forma di discriminazione” si punta a valorizzare “ogni esperienza educativa e civica”, ma anche a un “inasprimento delle pene per ‘odio razziale’, anche su internet.
Le risorse per realizzare queste proposte? Arriveranno, spiega il programma, dai Fondi europei per l’Integrazione e per i Rifugiati (che dal 2014 si uniranno) , ma anche da un Fondo dell’Integrazione in parte già alimentato dall’ultima regolarizzazione nel quale confluiranno anche “quote minime versate dai lavoratori stranieri e dai datori di lavoro”.
Elvio Pasca