L'identikit: femmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a settimana per un totale di 35 settimane dichiarate con una retribuzione annua di 6.411€
Roma, 14 gennaio 2013 – E' in calo in Italia il numero dei lavoratori domestici stranieri: dal 2010 al 2011 sono diminuiti del 5,2%. In ogni caso gli stranieri rappresentano circa l'80% dei lavoratori impiegati in questo settore nel Paese. Lo afferma un'indagine della Fondazione Leone Moressa, che traccia anche una sorta di identikit di queste persone: femmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a settimana per un totale di 35 settimane dichiarate ed una retribuzione annua di 6.411 euro.
L’identikit del lavoratore domestico. La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 € all’anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 €) e quelle extracomunitarie (1.102 €). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10 %. La maggioranza (60,2%)degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall’Europa.
Quanti sono e quanto contribuiscono. I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall’Europa dell’Est e il 17,6% dall’Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l’ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 €) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 € (855 €).
La distribuzione territoriale. Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7 % del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).
“La popolazione dei lavoratori domestici sembra mantenere alcune caratteristiche di base, quale per esempio la prevalenza di donne, anche se si osserva uno slittamento graduale verso una popolazione più anziana e verso livelli di reddito leggermente più elevati. Questa tendenza rispecchia il trend generale di invecchiamento e radicamento sul territorio che sta seguendo l’intera popolazione straniera.” Affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “ Tuttavia, anche in questo settore che ha reagito meglio di altri alla crisi economica, gli stranieri hanno subito una contrazione maggiore degli italiani rispetto al 2010”.