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Oltre mille clandestini escono dai Centri di espulsione

Il prefetto Morcone: ”Non immagino un evento millenium bug ma certo è una brutta storia. Bisogna trovare il modo per gestire il fenomeno"

Roma – 24 aprile – Sessanta giorni nei centri di identificazione e di espulsione (CIE) ”sono troppo pochi”. ”I tempi tecnici dovrebbero essere di almeno 4-6 mesi”. È il parere del prefetto Mario Morcone, responsabile per l’Immigrazione del ministero dell’Interno, espresso oggi ai microfoni di Radio Anch’io.

"L’allungamento dei tempi nei centri di identificazione non è una decisione del ministro Maroni – ha osservato – ma è la stessa Europa a chiederlo: addirittura l’UE ha posto un tetto massimo di 18 mesi, perché in alcuni Paesi i tempi sono molto più lunghi. Comunque, – ha detto Morcone – almeno 4 mesi sarebbero necessari”.

Il prefetto ha poi ricordato che tra due giorni (il 26 aprile) oltre mille irregolari usciranno dai Centri: ”Non immagino un evento millenium bug – ha commentato – ma certo è una brutta storia. Certamente sarà consegnato loro un ordine di allontanamento, certamente non lo rispetteranno e dunque tutto questo ricadrà sul lavoro delle forze dell’ordine che dovrannno identificarli".

Morcone non pensa che siano tutti delinquenti ma insiste sul fatto che l’immigrazione clandestina è un fenomeno importante e che si deve trovare il modo giusto per gestirlo. "Per lo status di rifugiato – ha osservato infine il prefetto – il nostro è un sistema fra i più garantisti d’Europa. Su circa 31 mila domande ricevute lo scorso anno, circa la metà sono state accettate: si tratta di cifre vicine solo a quelle dell’Olanda, non certo a quelle della Germania o della Francia”.

Morcone ha anche detto la sua opinione sulla norma che toglie al medico l’obbligo di non segnalare il clandestini: ”Non sono convinto possa essere utile a contrastare l’immigrazione clandestina. Al contrario, potrebbero esserci ripercussioni sulla salute pubblica”.

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