Il racconto dei superstiti sbarcati a Pozzallo. Fermato lo scafista, dovrà rispondere anche della morte dell’uomo
Roma – 14 aprile 2015 – Sono racconti dell’orrore quelli fatti a soccorritori e inquirenti dai disperati dei barconi.
Come quello sulla morte di un compagno di viaggio dei 110 migranti (tra i quali anche 8 donne e un minore) sbarcati ieri sera a Pozzallo dalla nave maltese che li aveva soccorsi nel Canale di Sicilia. Sono tutti subsahariani, provenienti da Nigeria, Senegal , Costa d’Avorio e Mali.
L’uomo sarebbe stato ucciso dalle esalazioni della benzina rovesciatasi nel barcone squassato dalle onde Il suo cadavere sarebbe stato poi gettato in mare e lì in acqua, sotto lo sguardo terrorizzato di chi era ancora a dilaniato dagli squali, che seguivano da ore il barcone.
Intanto, la Polizia di Ragusa ha fermato il presunto scafista. È un cittadino guineano, ora accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di morte come conseguenza di altro reato.
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