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Pena in patria per i condannati comunitari

Decreto legislativo per il trasferimento delle persone condannate dall’Italia verso lo Stato di appartenenz. Bernardini (Radicali): "Una balla"

Roma, 8 settembre 2010 – Il governo, al Consiglio dei ministri, ha approvato un decreto legislativo volto a disciplinare il trasferimento delle persone condannate dall’Italia verso lo Stato di cittadinanza per la regolare esecuzione delle pene detentive. Ne dà notizia una nota del ministero della Giustizia. "Con questo provvedimento – afferma il ministro Angelino Alfano – l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea ad attuare la decisione quadro del 27 novembre del 2008, con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata al 5 dicembre del 2011".

"In questo modo, – prosegue Alfano – il governo intende dare una risposta concreta all’emergenza del sovraffollamento carcerario attraverso il trasferimento dei condannati stranieri, per l’esecuzione della pena, senza un previo accordo dello Stato estero di cittadinanza e senza il consenso della persona condannata, agevolando, quindi, il trasferimento verso tutti gli Stati dell’Ue”.

”Si tratta dunque – spiega ancora il Guardasigilli – di un importantissimo passo in avanti rispetto ai tradizionali accordi internazionali in base ai quali il trasferimento del condannato dipendeva sempre dal consenso della persona e da accordi con lo Stato di cittadinanza che, però, non era mai obbligato ad accogliere un proprio cittadino per fargli scontare la pena applicata da un altro Stato".

Il decreto legislativo approvato ieri, spiega ancora la nota di via Arenula, persegue un duplice obiettivo: "Da una parte favorisce il reinserimento sociale, familiare e lavorativo del detenuto straniero, riportandolo nei suoi luoghi di appartenenza; dall’altra, assieme alle altre misure contenute nel piano carceri, avvia a soluzione lo storico problema della tensione detentiva, riducendo sensibilmente il numero degli stranieri detenuti in Italia".

Dopo un’attenta ricognizione, infatti, ragguagliano ancora dal ministero della Giustizia, "si è rilevato che i detenuti stranieri, oggi in Italia, che potranno essere trasferiti in altri Stati dell’Unione europea, grazie a questa nuova procedura, sono 1.214. Tutta la procedura dovrà completarsi entro tempi certi e brevissimi, imposti dall’Unione europea: di norma sessanta giorni dalla trasmissione del certificato di trasferimento della persona condannata. Naturalmente, il provvedimento regola anche l’ipotesi in cui un cittadino italiano, condannato in un altro Stato dell’Unione europea, venga trasferito in Italia per l’esecuzione della pena detentiva".

Bernardini (Radicali): “È una balla”
"Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, dopo l’affossamento del suo ddl per far scontare alla detenzione domiciliare chi abbia una pena residua inferiore ad un anno, ci riprova con un decreto/balla che, a suo avviso, e’ ‘una risposta concreta all’emergenza del sovraffollamento delle carceri” commenta Rita Bernardini, deputato radicale e membro della Commissione Giustizia. "

A parte il fatto che, come rileva Ristretti Orizzonti avvalendosi di una relazione tecnica dei tecnici dello stesso Ministero della Giustizia, non saranno più di 50 (in un anno!) i detenuti che potranno finire di scontare la pena nel loro paese di provenienza, se pure fossero vere lo sue stime di 1.214 detenuti stranieri trasferiti, dove sarebbe la ‘risposta concreta’ se e’ vero come e’ vero che oltre 68.000 carcerati sono ammassati in 44.000 posti disponibili?"
 

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