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Per la polizia francese neri e arabi sono “più sospetti”

Vengono fermati molto più spesso dei bianchi. Si definisce ethnic profiling, è una forma di discriminazione

Roma – 1 luglio 2009 – Le teorie di Lombroso sono acqua passata? Eppure per i poliziotti di Parigi colore della pelle, capelli e altri tratti somatici fanno la differenza: neri e arabi vengono fermati più spesso per effettuare dei controlli.

Ad accusare di discriminazione le forze dell’ordine francesi è un rapporto appena pubblicato dall’Open Society Institute del magnate George Soros.

I ricercatori hanno analizzato più di 500 fermi di polizia effettuati nell’arco di diciannove mesi in cinque punti diversi all’interno e nei dintorni delle stazioni parigine Gare du Nord e Châtelet-Les Halles. I dati mostrano che i neri in media rischiano 6 volte più dei bianchi di essere fermati (a seconda dei luoghi di rilevazione si va da 3.3 a 11.5), gli arabi 7.6 volte in più (da 1.8 a 14.8).

La polizia sembrerebbe quindi definire le persone “sospette”, e quindi passibili di un controllo, in base alla loro razza: è quello che tecnicamente si chiama “ethnic profiling”. L’Open Society Institute chiede di mettere al bando queste pratiche discriminatorie, ma anche di studiarle in maniera più approfondita e di promuovere le buone pratiche.

Scarica:
Profiling Minorities. A Study of Stop-and-Search Practices in Paris (in inglese)

EP

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