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Porte rosse per le case dei profughi, “È apartheid”

Tutti identificabili gli appartamenti destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo in una cittadina inglese. “Colpa” della ditta che ha ottenuto l’appalto: “Acquistiamo la vernice in grandi quantità”

Londra – 21 gennaio 2016 – “Dietro quella porta c’è un profugo”. Facile dirlo a Middlesborough e in altre cittadine del nordest dell’Inghilterra, dove le case che accolgono chi fugge da guerre e persecuzioni hanno tutte una porta rossa. 

Questa particolarità è diventata un caso nei giorni scorsi, con il Times che ha parlato di “apartheid”, un deputato che ha fatto un paragone con la stella gialla imposta dai nazisti agli ebrei e il governo Cameron che ha espresso “forte preoccupazione” per la scoperta e annunciato un’ispezione. Quel  che è peggio, le porte rosse hanno consentito ai soliti ignoti di agire a colpo sicuro, bersagliandole di uova e pietre e ricoprendole di slogan razzisti

Come è potuto accadere? Per una banale catena di appalti e subappalti. L’Home Office, il ministero dell’Interno britannico, ha infatti incaricato G4S, una società specializzata in sicurezza, di reperire alloggi per l’accoglienza dei richiedenti asilo. G4S a sua volta si è rivolta alla Jomast, che compra, ristruttura e rivende o affitta immobili e che nella zona di Middlesborough ha evidentemente utilizzato solo porte rosse. 

Scoppiato il caso, entrambe le aziende si sono affrettate a rigettare le accuse di apartheid. “Compriamo la vernice per le porte in grandi quantità, per poi utilizzarla su tutte le nostre proprietà. È ridicolo suggerire che questa sia una forma di discriminazione e offensivo fare paragoni con i nazisti”  ha detto il direttore generale di Jomast Stuart Monk. La soluzione, comunque, è a portata di mano: le porte verranno ridipinte in una più vasta gamma di colori. 

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