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“L’immigrazione non si fermerà, l‘Europa ha bisogno di giovani”

Il ministro degli esteri Gentiloni: “L’Europa deve governarla con lungimiranza. Finora non  stata all’altezza”

Roma – 30 giugno 2015 – I flussi migratori nel Mediterraneo non si fermeranno. E per questo bisogna governarli "con lungimiranza", in un’ottica europea insieme ai paesi d’Origine e di transito.
 
È l’analisi affidata oggi a l’Unità dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che definisce l’immigrazione “la più delicata sfida” del Mediterraneo. Da affrontare ragionando “oltre la partigianeria politica e l'approssimazione”. 
 
“I flussi migratori – scrive Gentiloni – continueranno a caratterizzare la politica mediterranea. Per le condizioni di miseria e di guerra in cui vivono vaste aree dell'Africa e del medioriente; e per via dello squilibrio tra le giovani popolazioni della sponda Sud e l'invecchiamento dell'Europa. Oggi, il 16% degli europei ha almeno 65 anni, nel 2050 sarà il 27% (e addirittura un terzo degli italiani)”.
 
Il ministro degli Esteri italiano invoca “un reale governo del fenomeno, attraverso una stretta cooperazione con i paesi di origine e di transito, e la massima consapevolezza politica dell'urgenza del problema. È una questione di lungimiranza”. “L'immigrazione – aggiunge – deve essere una responsabilità europea condivisa attraverso decisioni concrete che tocchino anche il contributo finanziario”.
 
“È proprio su questi temi – sottolinea Gentiloni – che l'Europa esprime, o no, una natura di attore globale. E certo il balletto degli aggettivi sulla ricollocazione dei richiedenti asilo (Obbligatoria? Volontaria? Vincolante? Consensuale?) non è all'altezza della situazione. Trasmette l'immagine di un'Europa dimessa, ormai alla periferia della storia, abile a presidiare il passato e rassegnata a subire il presente”. 
 
“L'Italia non si rassegna – conclude il titolare della Farnesina –  e se continuiamo a batterci per una dignitosa politica migratoria comune lo facciamo anzitutto per il futuro dell'Unione".
 
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