“Si fanno danni profondi presentando l’arrivo di migranti come un’invasione”. “Moltiplicare gli sforzi contro ogni pulsione razzista, integralista e xenofoba”
Roma – 17 maggio 2011 – Sarebbe “un grande risultato se la politica rinunciasse sempre e comunque ad assecondare e vellicare le paure irragionevoli e le pulsioni oscure variamente presenti nella pubblica opinione”. Si producono “danni profondi alla tenuta civile e democratica della società quando si rappresenta l’arrivo di migranti con l’immagine pericolosamente fuorviante dell”invasione”.
È il richiamo fatto ieri dal presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento per la presentazione della ricerca su “Antisemitismo e islamofobia” a Montecitorio. “La legge della domanda e dell’offerta – ha spiegato – non va applicata in politica come la si applica nel commercio. Perché accade in politica che sia spesso l’offerta a orientare e a far crescere la domanda”.
Secondo Fini, le istituzioni devono “moltiplicare gli sforzi per la salvaguardia decisa e incisiva della comunità nazionale da ogni pulsione razzista, integralista e xenofoba”. Ci sarebbero alcune “tendenze regressive in atto” in Italia, malgrado nella cultura e nel diritto del Paese e in Europa siano “solidi e ben radicati il senso dei diritti dell’uomo e i principi cardine della società liberale e democratica”.
Le istituzioni devono avere una “risposta pronta e di alto profilo”: si tratta quindi di “contrastare con decisione i fenomeni di intolleranza etnica e razziale, ma anche di recuperare ai valori della civiltà dell’uomo e della dignità della persona quei settori di opinione pubblica” che si trovano in una condizione di smarrimento etico e ideale, quando non rimangono vittima di equivoci ideologici e di oscure pulsioni collettive”.
La terza carica dello Stato mette in guardia dal “razzismo potenzialmente più pericoloso” che si mimetizza “negli stereotipi, nelle paure e nei luoghi comuni”. L’allarme di Fini riguarda “la zona grigia fatta di superficialità, pigrizia, sensazionalismo” ma anche di certi titoli di giornale che enfatizzano l’eventuale coinvolgimento di un immigrato in un crimine.
La vigilanza collettiva si impone, dunque, specialmente da parte di chi ha il compito di orientare l’opinione pubblica ma anche il consenso dei cittadini, tenendo ben presente, come diceva Martin Luther King, che “la cosa peggiore non e’ la cattiveria dei malvagi ma il silenzio dei giusti”. Nello stesso tempo, “la grande sfida” e’ rappresentata dal rilancio della “fiducia sociale” e dalla capacita’ di “restituire ai cittadini solide prospettive di benessere economico in un momento delicato e complesso per la societa’ europea, che sta avvertendo gli effetti negativi della recente crisi economica e finanziaria, anche sul piano civile e politico”.